Troppa Spagna per l’Italia di Spalletti: azzurri ko, decide l’autorete di Calafiori
Gelsenkirchen – Appuntamento a Lipsia, lunedi sera, contro la Croazia. Lì si deciderà il nostro Europeo, potendo contare su due risultati su tre (al netto degli incroci con gli altri gironi per qualificare le migliori terze). È l’unica consolazione della notte della Schalke Arena, che accartoccia il libro dei sogni di Luciano Spalletti. Troppo forte, semplicemente troppo forte la Spagna per quest’Italia che tanto ha subito e poco, pochissimo ha creato. E per fortuna che i guanti di Gigio Donnarumma hanno funzionato alla grande, al punto da far sembrare ironico e paradossale che il ko sia arrivato solo per uno a zero e su autogol di Calafiori (tra i meno peggio in una serata in cui oltre al capitano forse nessuno è arrivato alla sufficienza). Sconfitta netta, da memorizzare e archiviare, perché in arrivo ci sono altri piedi buoni come quelli di Modric e Perisic, pur carichi di anni e onori. E comunque il nostro torneo è esattamente là dove avevamo immaginato di essere.
Coerenza
Sceglie il vestito della festa, Luciano Spalletti, per presentarsi al meglio agli occhi del Re Felipe di Spagna, seduto in tribuna, ma soprattutto a quelli della propria coscienza calcistica. L’Italia è la stessa che ha battuto l’Albania all’esordio. Poco senso avrebbe avuto cambiare se il tuo gioco vuoi comunque imporlo, il tuo calcio non è una filosofia ma comunque uno stile, un’idea, una proposta. Che tale deve essere contro qualsiasi avversario, perché la differenza, una volta che hai capito chi sei, la fa il modo, il come interpreti e leggi gli arabeschi che il pallone disegna su questo magnifico prato verde.
Predominio iberico
Un volo di Donnarumma su colpo di testa centrale di Pedri, un’inzuccata che Nico Williams (autore del primo assist) manda incredibilmente sul fondo da pochi passi su cross avvelenato di Morata, che poi rimbalza ancora su Gigio dopo fanta-dribbling di Yamal, col capitano che poi devia in angolo la bordata di Fabian Ruiz. Venticinque minuti di sofferenza, ma nulla di diverso da quello che ci si aspettava. Barella e Di Marco cercano spazi e metri, Chiesa qualche strappo, ma fatichiamo a distenderci, a produrre qualcosa dalle parti di Unai Simon. L’intervallo arriva desiderato e salvifico come un’oasi nel deserto per una carovana di assetati.
Ci vuole un fisico…
Bestiale, almeno quello, per tener testa a queste Furie Rosse. Spalletti prova a innestare muscoli a inizio ripresa, con Cambiaso mezzala al posto di Frattesi e Cristante (ammonito dopo una manciata di secondi) in mezzo per Jorginho. Cambia nulla, anzi tutto, cioè il risultato: prima Pedri si divora un altro gol, poi ecco un altro spunto a sinistra di Williams, sul cui cross Morata sfiora, Donnarumma tocca, Calafiori devia col ginocchio sinistro nella nostra porta. Uno a zero Spagna e la sensazione è che è accaduto quello che sarebbe dovuto accadere già molto prima.
Cambio registro verso Lipsia
Spalletti prova a cercare un po’ di vitalità in panchina con Zaccagni e Retegui per Chiesa e Scamacca, a dir poco evanescenti. È proprio l’italo-argentino a mancare di poco un cross rasoterra di Cristante. Cerchiamo di reagire, ma intanto Williams scuote la traversa con una bordata di destro a giro. Il finale azzurro è almeno volitivo, con pure capitan Donnarumma a provare l’ultimo assalto su angolo nell’area spagnola. Tutto vano, ma almeno da questa volontà bisogna ripartire per costruire la sfida decisiva di Lipsia contro la Croazia.
Fonte: Il Sole 24 Ore