Truffa a nome Crosetto: nuovi nomi dopo Moratti. La pista dei soldi versati porta ai paradisi fiscali

Truffa a nome Crosetto: nuovi nomi dopo Moratti. La pista dei soldi versati porta ai paradisi fiscali

Segui i soldi e troverai la mafia. E’ quello che stanno facendo inquirenti e magistrati della Procura di Milano nel cercare di catturare, in questo caso, i truffatori che a nome del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e del suo staff avrebbero colpito i principali esponenti della finanza e dell’economia italiana. Si starebbe battendo proprio la pista dei soldi versati, che sarebbero transitati su conti esteri, probabilmente europei, per poi svanire in qualche paradiso fiscale. Per riuscire nella missione quasi impossibile di bloccare il milione finora indebitamente rastrellato, gli inquirenti e i magistrati hanno attivato tutti i canali di cooperazione internazionale. Il meccanismo ideato dalla rete di truffatori, che si sarebbero spacciati per il ministro della Difesa imitando la sua voce o per un uomo del suo staff o un dirigente, avrebbe sfruttato, si ipotizza, il recente caso di Cecilia Sala. Da lì le chiamate con la richiesta di somme anche da capogiro per la liberazione di cronisti, utilizzando tantissimi numeri clonati, uno con prefisso di Roma e compatibili con quelli del ministero.

Si allunga la lista

Salgono a tre le denunce. Dopo quella di Massimo Moratti, sono arrivati anche gli esposti della famiglie Aleotti, azionista del gruppo Menarini, e Beretta, proprietaria della multinazionale produttrice di armi. Le quali, a differenza dell’ex presidente dell’Inter, non sono cadute nella trappola congegnata in modo tale da essere credibile, a partire dalla voce dello stesso Crosetto. Moratti in una intervista a Repubblica ha spiegato: «questi sono bravi, sembrava assolutamente tutto vero . Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti…». L’imprenditore ed ex presidente dell’Inter è stato bersagliato di telefonate anche nei giorni successivi alla denuncia, con altre richieste, a quel punto fallite, di versamenti.

I bersagli dei truffatori

Hanno invece pensato subito a una truffa i Gussalli Beretta, ai vertici dell’omonima azienda, così come altri nomi noti del mondo dell’imprenditoria e professionisti di un certo peso. Fanno parte di un elenco di persone contattate e su cui il pm milanese Giovanni Tarzia, il procuratore Marcello Viola e i carabinieri del nucleo investigativo stanno facendo accertamenti: tra questi Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo, le famiglie Caltagirone e Del Vecchio (non Leonardo) e tanti altri vip facoltosi.

La denuncia del ministro

E’ stato lo stesso ministro Crosetto in un post a ricostruire tutta la vicenda per mettere in guardia potenziali vittime dal rischio di cadere nella trappola dei truffatori. Una vicenda, ha spiegato Crosetto, iniziata martedì 4 febbraio, quando il titolare della Difesa sul suo canale social X, racconta di aver ricevuto la telefonata di un amico, grande imprenditore che gli chiede «perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare». «Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato». Un’ora dopo un secondo caso. Il bersaglio, stavolta, è un noto imprenditore milanese che il ministro non conosce direttamente e «che vorrebbe mettersi in contatto con me. Autorizzo a dargli il mio cellulare». Il canovaccio è simile: «Mi racconta di essere stato chiamato da me e poi da un generale e di aver fatto un bonifico molto elevato ad un conto. Gli dico che si tratta di una truffa ed avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia».

 

Fonte: Il Sole 24 Ore