Trump dichiara la grande guerra dei dazi. Canada e Messico annunciano ritorsioni
Altrettanto secca la replica a Trump della presidente messicana Claudia Sheinbaum. Ha ordinato al Ministero dell’Economia di far scattare una risposta che «comprenda dazi e altre misure di rappresaglia». Ha rigettato come una «calunnia» le accuse Usa, che hanno accompagnato i dazi, che il governo del Messico sarebbe in «intollerabile combutta» con i narcotrafficanti creando una «minaccia alla sicurezza nazionale» di Washington. «Se alleanze esistono da qualche parte, sono nei negozi degli Stati Uniti che vendono potenti armi ai gruppi criminali», ha ritorto. Ha poi sottolineato che se l’amministrazione Trump fosse seria nel «combattere la droga lo farebbe fermando la vendita nelle strade delle sue grandi città, qualcosa che invece non fa».
I dazi sono un colpo potenzialmente duro all’economia. Interessano un interscambio da 2.100 miliardi di dollari l’anno, con Canada, Messico e Cina che sono i principali partner economici degli Usa, e mettono in discussione catene di produzione e forniture, da generi alimentari all’auto e all’elettronica di largo consumo. I tre paesi assieme costituiscono il 40% dell’import Usa di beni.
Trump ha fatto scattare i dazi invocando una legge sulle emergenze nazionali. La legislazione usata è l’International Emergency Economic Powers Act, mai utilizzata prima per imporre dazi commerciali. Prevede sanzioni sull’import in risposta ad una dichiarazione di emergenza e minacce dall’estero, con il precedente storico assimilabile più recente che risale al presidente Richard Nixon nel 1971. Trump ha accusato Canada, Messico e Cina di non fare abbastanza per fermare immigrazione illegale e narcotraffico di fentanyl verso gli Stati Uniti. Nonostante tutti e tre i Paesi, in particolare Canada e Messico, abbiano rivendicato giri di vite significativi su entrambi i fronti.
Il ricorso alla legge è stato subito impugnato all’interno degli Usa da esponenti democratici, che hanno promesso di cercare di bloccarla. Il deputato Gregory Meeks di New York ha definito «assurdo» che i dazi contro alleati quali Canada e Messico siano superiori a quelli contro la Cina. Sono anche possibili, secondo gli esperti, ricorsi in tribunale per abuso di potere da parte di Trump.
L’offensiva sui maggiori partner, oltretutto, potrebbe essere solo l’inizio di un più ampio conflitto, con ulteriori allargamenti geografici della guerra commerciale da parte di Trump in grado, secondo i critici, di minacciare la stabilità economica globale. Trump ha già indicato che da metà febbraio in avanti potrebbe far scattare dazi su scala globale in settori dai metalli all’energia, dal farmaceutico ai semiconduttori. E nel mirino è anche tutto l’import dall’Unione Europea, che, ha detto, «tratta in modo orribile» gli Stati Uniti.
Fonte: Il Sole 24 Ore