Trump minimizza le esenzioni sull’elettronica e preannuncia nuovi dazi sul tech. La Cina blocca l’export di terre rare
“Quei prodotti – ha poi aggiunto riferendosi a smartphone quali gli iPhone di Apple, i computer e i macchinari per chip al momento risparmiati dalla categoria dei dazi reciproci – sono semplicemente finiti in un’altra fascia tariffaria”.
Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha a sua volta descritto come momentanea l’esenzione sull’elettronica e indicato che dazi su chip e tech sono previsti entro sessanta giorni. I prodotti oggi esentati, ha indicato, “sono inclusi in dazi sui semiconduttori, probabilmente in arrivo entro uno o due mesi”. Anche dazi sugli iPhone, ha precisato, potranno tornare in gioco in questo ambito, senza chiarire se direttamente o indirettamente per via dei chip utilizzati: “Dobbiamo prendere la nostra medicina e dobbiamo produrre semiconduttori e elettronica in America”. Apple oggi produce l’80% degli iPhone in Cina.
E’ una medicina, quella proposta da Lutnick, che per molti economisti non è solo amara ma inefficace e controproducente. Quasi nessun analista crede che complesse catene manifatturiere globali quali quella del tech possano essere reinventate a colpi di traumi da dazi. Lo scenario più probabile è piuttosto quello di spirali di crisi, inflazione e incognite sugli investimenti, in grado di provocare danni a competitività e innovazione.
L’esenzione sull’elettronica al momento in atto, tuttavia, offre almeno una misura di immediato sollievo a marchi da Apple a Nvidia e Google, come anche a Taiwan Semconductor e Samsung. I numerosi prodotti tech graziati per quanto temporaneamente rappresentano il 23% dell’import Usa dalla Cina e fanno diminuire i dazi medi americani effettivi complessivi su scala globale al 22% dal 27% in precedenza. Quei dazi medi restano però in drammatico rialzo dal 2,3% dell’anno scorso. Nei confronti dell’intero l’import dalla Cina sono adesso nell’insieme del 106% invece che del 145 per cento.
In vigore, contro la Cina, restano tuttora separate tariffe del 20% per il traffico di fentanyl, che colpiscono anche l’elettronica. L’esenzione per smartphone e pc, oltre che accessori, macchinari per la produzione di chip, celle solari e schermi piatti, riguarda invece barriere del 125% innalzate contro Pechino sotto l’etichetta di dazi reciproci. Sospeso per simili prodotti anche un dazio universale del 10% contro tutti i paesi, quindi per nazioni asiatiche a loro volta cruciali per la supply chain della tecnologia, da Taiwan al Vietnam e all’India. Esentati sono in questo modo per ora due terzi delle importazioni da Taiwan, il 44% dalla Malesia e il 30% da Vietnam e Tailandia.
Fonte: Il Sole 24 Ore