Turismo volano dell’economia ma nessuna vacanza per un sesto degli italiani

Un italiano su due quest’anno farà vacanze sia brevi che lunghe, un altro terzo opterà sia per un break estivo o la canonica vacanza di circa una settimana e solo il 16% non andrà in vacanza contro il 23% dell’estate 2023. Sono soprattutto le difficoltà economiche che obbligano a restare a casa, situazione che coinvolge un terzo degli interessati. Altri rinunciano perché i conti di casa obbligano a risparmiare, lo dice il 23% del campione, ma c’è un 14% che deve rimanere a casa per accudire persone non autosufficienti, i genitori e altri parenti stretti. È quanto rivela il «Focus sulle vacanze estive» dell’Osservatorio Turismo Confcommercio realizzato in collaborazione con Swg.

Tra i vacanzieri dell’estate 2024 l’obiettivo è il canonico staccare la spina per riposarsi a cui si aggiungono altre motivazioni tra cui: vedere posti nuovi, stare in famiglia con i propri cari, degustare prodotti tipici, immergersi nella natura o, comunque, stare all’aperto. Rimane fondamentale la scelta del compagno, o dei compagni di viaggio che, per oltre la metà degli italiani, risulta essere il proprio partner, e questo vale sia per le vacanze brevi – ovvero i break di 1-2 notti e i viaggi da 3 a 5 pernottamenti – che per quelle più lunghe con almeno 6 pernottamenti. Gli amici risultano essere i compagni di viaggio ideali in particolare per i break di 1-2 notti. Per quanto riguarda il budget di spesa per le vacanze estive, quasi un terzo delle famiglie, il 31% per la precisione, quest’anno ha previsto una quota più elevata rispetto al 2023, mentre per il 18% sarà inferiore soprattutto per l’aumento delle spese famigliari o a causa di altre spese da sostenere nei prossimi mesi. C’è poi un 42% che prevede di spendere come la scorsa estate e un 9% che non ha ancora definito il budget di spesa. In ogni caso, la spesa media complessiva pro capite prevista per le vacanze estive 2024 è pari a 1.190 euro, il 10% in più rispetto alla scorsa estate (1.090 euro).

Volano dell’economia

Con queste prospettive il comparto del turismo ribadisce il suo ruolo chiave per la crescita economica del Sistema Paese. «I recenti dati del Bollettino Economico della Banca d’Italia confermano il ruolo cruciale del turismo come motore della crescita economica italiana – ricorda Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria -. Nel 2023, i consumi delle famiglie residenti e non residenti per servizi di alloggio e ristorazione sono aumentati del 5,4% in termini reali rispetto all’anno precedente, un chiaro segnale della ritrovata fiducia e vitalità del settore».

Secondo le analisi dell’Istat, nel 2023, gli arrivi di clientela dall’estero ha superato la componente domestica, raggiungendo il 52,4% del totale dei pernottamenti. Questo incremento della domanda estera non solo ha permesso di superare i livelli pre-pandemici, ma ha anche evidenziato l’attrattiva internazionale dell’Italia come destinazione turistica di primo piano. «I pernottamenti degli stranieri in Italia hanno ripreso a crescere superando i valori del 2019, in linea con altri Paesi a forte vocazione turistica come Francia, Grecia, Portogallo e Spagna – continua la presidente -. È fondamentale continuare a investire nella qualità e nella sostenibilità delle nostre strutture turistiche per mantenere e accrescere questa tendenza positiva».

Un trend continuato anche nei primi mesi di quest’anno quando nel primo trimestre la spesa reale dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 10,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, recuperando i livelli del 2019. Questo risultato è stato trainato principalmente dai viaggiatori provenienti da paesi esterni all’Unione Europea, come Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, che hanno mostrato una spesa media pro-capite più elevata. «Dati che mostrano il grande valore che la filiera turistica italiana rappresenta per la crescita, l’occupazione e la ricchezza di territori, famiglie, imprese e destinazioni – conclude Marina Lalli – occorre continuare ad investire in un turismo di qualità per garantire un modello sostenibile di sviluppo turistico e parallelamente eliminare i fattori di squilibrio che ancora oggi provocano sovraffollamento stagionale o distribuzione asimmetrica dei flussi».

Fonte: Il Sole 24 Ore