Turisti in Sardegna: boom di sequestri di souvenir, dalla sabbia alle conchiglie

C’è chi ha riempito le bottigliette di sabbia poi nascoste in mezzo ai bagagli. E chi ha pensato bene di caricare ciottoli e specie protette nel bagagliaio dell’auto come souvenir della vacanza in Sardegna. Peccato però che gli “incauti” turisti non abbiano fatto i conti con un particolare: per lasciare l’isola si devono attraversare i varchi portuali e aeroportuali. 

Controlli ai varchi

Ed è proprio nei punti di transito che tutti questi “ricordi non dovuti” sono stati intercettati dalla Polizia di frontiera e dal personale dell’Agenzia delle dogane. 

Solo all’aeroporto di Cagliari Elmas il personale della Polizia di frontiera, in 61 interventi ha bloccato un “bottino” di 125 chili composto da sabbia, ciottoli e conchiglie, prelevati dagli arenili sardi. 

Il ricordo

Nella stragrande maggioranza, come fanno sapere dalla Polizia, si tratta di turisti stranieri che «tentano di partire  portandosi appresso i souvenir naturali della Sardegna, in ricordo della loro vacanza nell’isola». Gli esempi sono tanti. Ai varchi è stato fermato chi cercava di partire con 32 sacchetti di sabbia prelevata da diverse spiagge dell’isola o ancora chi aveva 12 bottigliette con sabbia. Qualcuno più temerario è stato bloccato con 16 chili di sabbia. 

Non meno ricco il bottino di souvenir sequestrati al porto di Olbia dove sono stati sequestrati oltre 130 chili di reperti. Ad agosto, giusto per ricordare qualche episodio, gli agenti della Security dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna hanno fermato una famiglia di turisti tedeschi, in partenza  dal Porto Olbia Isola bianca per Piombino che nell’auto aveva conchiglie, pietre e legni di mare prelevati dalla spiaggia di Porto Pozzo a Santa Teresa Gallura. «Il tutto – ricordano dall’Autorità di sistema – ben confezionato in diversi sacchi di plastica posizionati all’interno del bagagliaio dell’auto». A elevare la contestazione il personale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Sassari. 

Fonte: Il Sole 24 Ore