Tutela Unesco per Marsala, Madeira, Samos, Cherry e Porto
Territori e identità diversi ma un minimo comun denominatore: la capacità di durare nel tempo. Grazie a tecniche di vinificazioni che risalgono alla fine del Settecento. Sono vini gloriosi come il Marsala, il Madeira, lo Sherry (o, meglio, lo Jerez), il Porto, il Samos. Sono i cosiddetti vini fortificati, denominazioni enologiche di pregio, veri emblemi della storia economica e sociale dei territori viticoli della Cintura del Sole, una fascia climatica che supera i confini dell’isola estendendosi lungo l’Europa meridionale. Vini che qualcuno definisce eterni.
Il futuro del Marsala
«Si tratta di vini ossodativi nati e cresciuti grazie a terroir unici dal carattere fortemente artigianale che continuano ad avere un grande appeal per la loro modernità – dice Roberto Magnisi, direttore delle Cantine Florio di Marsala e vicepresidente del Consorzio di tutela del Vino Marsala Doc -. Tutti i consorzi di promozione dei vini fortificati, appartenenti alla cosiddetta sun belt europea, hanno la necessita di riraccontarsi in modo contemporaneo ed è per questo che una strategia comune ci sembra una strada obbligata». Di Marsala, oggi, vengono prodotti circa cinque milioni di litri e si sta ragionando su una revisione del disciplinare che punta soprattutto sulla semplificazione e sulla valorizzazione del territorio.
La rete dei Consorzi
I rappresentanti dei vari consorzi si sono dati appuntamento per oggi (giovedì 16 gennaio) a Marsala negli spazi delle Cantine Pellegrino per la presentazione e la firma di un protocollo di accordo che porterà intanto alla costituzione di una rete: si guarda alla promozione e alla valorizzazione di questi prodotti. Un primo passo di una strategia di medio-lungo periodo che punta a restituire il valore che meritano a questi vini storici, considerati gioielli dell’enologia internazionale: i consorzi, sviluppando azioni e progetti comuni, intendono avvalersi degli strumenti e delle risorse comunitarie della Ue, per affrontare con innovazione vecchi e nuovi mercati, ma anche i temi del bere di oggi e degli stili di vita, soprattutto delle generazioni più giovani. Questioni e scenari che stanno a cuore ai consorzi che saranno presenti a Marsala, su invito del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana e del Consorzio Vini Marsala Doc.
Obiettivo valorizzazione
Nei tre giorni di permanenza in Sicilia, le delegazioni avranno modo di confrontarsi su alcune ipotesi di lavoro in comune, tra cui l’avvio dell’iter per la candidatura di queste specifiche tipologie enologiche, come patrimonio Unesco. «L’idea – spiega Dario Cartabellotta, direttore generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana – è quella di mettrere insieme queste denominazioni di quelli che possiamo considerare i primi vini dell’enologia moderna. L’obiettivo è quello di costruire una strategia che si fonda soprattutto sulla rete e sul partenariato. Il riconoscimento Unesco fa parte di questo percorso».
Fonte: Il Sole 24 Ore