Ucraina, Zelensky da Meloni per aprire un varco verso l’era Trump

Ucraina, Zelensky da Meloni per aprire un varco verso l’era Trump

L’Italia assicura all’Ucraina un sostegno «a 360 gradi» ma le cose stanno cambiando. La premier Giorgia Meloni, nel giorno della conferenza stampa “annuale” incontra a palazzo Chigi il il presidente Volodymyr Zelensky: tutto si è ridotto però a poco più che una foto e strette di mano. Il sostegno è confermato, tuttavia la strategia va rivista. Doveva esserci anche Joe Biden, che pure se alla fine del mandato avrebbe dato spessore diverso al sostegno occidentale a Kiev, specie in questo frangente del conflitto – ormai alla soglia dei tre anni – che vede la Russia avanzare in modo deciso. La presidenza di Donald Trump è alle porte e quindi è vicino un cambio di passo, tanto che lo stesso Trump si lancia a dire che sta organizzando un incontro con Vladimir Putin – forse è una delle tante sparate del tycoon – sulla scia di Groenlandia e Panama.

Il ruolo di Roma nella fase critica di Francia e Germania

L’obiettivo di Zelensky – che vede pure il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non il Papa a quanto risulta – in questa fase critica e di profonda incertezza è quello di creare anche attraverso l’Italia e in particolare di Meloni un ponte verso l’era Trump, specie alla luce delle situazioni di politica interna di Francia e Germania, dove l’estrema destra filo-putiniana (ma anche sinistra nel caso di Parigi, che per Kiev è pure peggio) incombe all’orizzonte. Il tema chiave sono gli aiuti – e non solo di armi ma anche quelli di “personale”, quindi truppe, al momento del tutto esclusi – che nel caso degli Usa in 1.050 giorni di guerra hanno sforato i 65 miliardi di dollari. Trump vuole tagliare questi stanziamenti giganteschi. Zelensky lo sa bene e assicura di fare «tutto il possibile per porre fine a questa guerra con diginità per l’Ucraina e per tutta l’Europa quest’anno» ha detto al 25.mo incontro del gruppo di contatto riunito a Ramstein, la base Usa in Germania.

Il presidente ucraino punta sulla “leadership italiana”

 

I paesi “alleati” assicurano aiuti ancora consistenti, come il regno Unito che ha promesso 30mila droni nel 2025 e dagli Usa è stati definito il nuovo pacchetto di aiuti da 500 milioni, l’ultima concessione della presidenza Biden. Insomma, si annunciano tempi molti duri o quantomeno incerti e questo è il motivo dell’importanza della missione a Roma, nonostante l’assenza del presidente uscente. E Zelensky lo ha voluto dire chiaramente: «Ringrazio l’Italia per la straordinaria presidenza del G7, la leadership italiana è esempio di unità, forza e determinazione» ha detto, usando toni che forse hanno stupito la stessa compagine di governo per l’enfasi. Ma tant’è, e questo è frutto della oggettiva vicinanza – confermata in ogni modo dai toni della conferenza stampa – di Meloni al duetto Trump-Musk, e rafforzata dalla visita lampo a Mar-a-lago, che è andata oltre l’operazione Sala, i cui contenuti si sapranno più avanti e forse andranno oltre la liberazione dell’ingegnere iraniano.

A Ramstein decisi ulteriori aiuti per 2 miliardi di dollari

 

Fonte: Il Sole 24 Ore