Ue, c’è l’accordo sulla riforma del Patto di stabilità

Ue, c’è l’accordo sulla riforma del Patto di stabilità

«La traiettoria di riferimento indicherà il modo in cui gli Stati membri potranno garantire che, alla fine di un periodo di aggiustamento di quattro anni, il debito pubblico sia su una traiettoria plausibilmente discendente o rimanga a livelli prudenti nel medio termine», si legge nel comunicato pubblicato questa notte dal Consiglio. La riforma del Patto doveva in origine semplificare le norme di bilancio. A tutta prima non sembra che questo obiettivo sia stato raggiunto.

Secondo le prime informazioni raccolte a margine delle trattative, l’accordo provvisorio tra le due istituzioni comunitarie contiene due controverse salvaguardie. La prima riguarda la sostenibilità del debito e deve servire a garantire una riduzione minima dei livelli di indebitamento; la seconda concerne il deficit e deve fornire un margine di sicurezza al di sotto del valore di riferimento del disavanzo del 3% del Pil previsto dal trattato, al fine di creare riserve di bilancio.

Il comunicato della presidenza belga non contiene ulteriori dettagli su questi due fronti. Sappiamo tuttavia che durante il negoziato con il Parlamento entrambe le salvaguardie sono state oggetto di accese trattative. In buona sostanza, i deputati hanno chiesto in cambio maggiore flessibilità sul versante degli investimenti. Particolarmente controversa è la salvaguardia relativa al deficit, voluta dai paesi più attenti alla lotta contro l’indebitamento.

I paesi membri – precisa la presidenza belga – potranno chiedere un’estensione del periodo di aggiustamento di bilancio, da quattro a sette anni, «se realizzano determinate riforme e investimenti che migliorano la resilienza e il potenziale di crescita, sostengono la sostenibilità di bilancio e affrontano le priorità comuni dell’Unione». Queste ultime comprendono la transizione verde e digitali, la crescita economica, e anche lo sviluppo delle capacità di difesa.

Il negoziato delle scorse ore a Bruxelles è avvenuto dopo che in primavera la Commissione europea aveva proposto una attesa riforma del Patto di Stabilità, con l’obiettivo di trovare un nuovo ambizioso equilibrio tra il risanamento dei conti pubblici e il rilancio degli investimenti statali (si veda Il Sole 24 Ore del 27 aprile 2023). La sfida è antica e nei fatti risale ai primi anni dell’unione monetaria. La discussione ha messo in luce storiche divisioni tra i paesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore