Ue, domani il voto su Ursula, ultime trattative con Meloni che interroga la sua base

Dichiararsi a favore del bis a Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea o votare contro la fiducia. Sono le opzioni rimaste sul tavolo di Giorgia Meloni e dei 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia a poche ore dall’appuntamento di domani, giovedì 18 luglio, a Strasburgo in cui si deciderà sulla riconferma dell’ex ministra della Difesa tedesca al vertice della macchina di Bruxelles. Sì o no quindi, da quanto trapela nessuno spazio per una nuova astensione, posizione che la premier e leader dei Conservatori aveva espresso nel Consiglio europeo in cui era arrivato il via libera al pacchetto sui “top jobs”.

La serrata trattativa per ottenere un commissario con deleghe di prima fascia

Un bivio stretto, con minore possibilità di scelta rispetto anche al quesito sottoposto da FdI alla propria base con l’ultimo sondaggio sfornato dalle parti di via della Scrofa. Un’indagine inoltrata via mail nella serata di martedì ai militanti in cui si chiede un parere sul posizionamento del partito nei confronti dell’Ursula-bis con cinque opzioni disponibili: votarla in ogni caso; non votarla in ogni caso; astenersi come ha fatto in Consiglio, rispettando le diverse posizioni nella maggioranza di governo; votarla solo se garantisce all’Italia un ruolo importante; non so. La penultima opzione sembra direttamente collegata alle serrate trattative che Meloni sta portando avanti da settimane per riuscire a “strappare” un commissario con deleghe di prima fascia, sperando di arrivare anche ad occupare una vicepresidenza operativa. Casella che sarebbe occupata dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto.

Prima il discorso di von der Leyen, poi il voto a scrutinio segreto, con l’incognita “franchi tiratori”

Ancora poche ore e le carte verranno scoperte. Giovedì 18 luglio, di prima mattina, le linee guida per la prossima Commissione arriveranno sul tavolo dei gruppi politici; poi parlerà la presidente, candidata a succedere a se stessa per un altro quinquennio. Dopodiché ci sarà una pausa e i gruppi si riuniranno, per decidere come votare. In quell’occasione la delegazione di Fratelli d’Italia (24 eurodeputati) dovrebbe chiarire come voterà. Dalle 13, gli eurodeputati voteranno, a scrutinio segreto. I risultati verranno annunciati nel primo pomeriggio.

Alla presidente uscente servono almeno 361 voti

Per essere eletta, von der Leyen dovrà ottenere almeno 361 voti. Sulla carta ne ha 401, la somma di Ppe, S&D e Renew, ma si stima un tasso di franchi tiratori pari al 10-15%. Di conseguenza, se vuole essere rieletta, deve allargare la sua base di voto. I principali indiziati sono i Verdi/Ale, che hanno dato ampi segnali di disponibilità a votare la “madre” del Green Deal. Ufficialmente, comunque, gli ecologisti decideranno solo in queste ore, sulla base delle linee guida e di cosa dirà von der Leyen. I Verdi continuano a spingere perché la maggioranza venga allargata formalmente anche a loro, in vista dei prossimi passaggi parlamentari, perché una maggioranza di quattrocento deputati è troppo fragile, a loro giudizio, per reggere a tutte le prove che aspettano l’Ue. La delegazione più dubbiosa tra gli ecologisti è quella dei francesi, che potrebbe non votarla. Nell’Ecr, che andrà in ordine sparso, sembrano orientati a votarla i fiamminghi dell’N-Va e i cechi dell’Ods.

Da Fdi riserbo più assoluto sulla scelta finale

Mentre i polacchi del Pis non la voteranno di sicuro, come ha detto ieri l’ex premier Beata Szydlo, i Fratelli d’Italia finora hanno mantenuto il riserbo più assoluto: nelle ultime ore il copresidente dell’Ecr Nicola Procaccini ha ripetuto che una decisione non c’è ancora. E, anche se ci fosse, con ogni probabilità non verrebbe comunicata prima. Un eurodeputato di Fdi, dietro promessa di anonimato, prevede che sarà «dura» votare von der Leyen, se continua a seguire la linea dei “Verdi” e se non vuole fari accordi. Ma non è un mistero che a decidere sarà Giorgia Meloni, quindi bisogna aspettare. La nomina a vicepresidente del Parlamento di Antonella Sberna, di Fdi, è un segnale “inclusivo” nei confronti del partito di Meloni.

Fonte: Il Sole 24 Ore