un colpo al cuore della Red Bull”
Che bella, Spa! Gara vera, pista autentica. Evidenzia non a caso i piloti con pedigree e cervello. E così l’edizione 2024, a cent’anni dalla prima ventiquattrore in questo tracciato storico e amato (la terza più famosa e importante dopo Le Mans e Daytona), dopo un sabato di qualifiche bagnate e già a loro modo sorprendenti, la domenica non ha confermato le attese più scontate. Ha invece scombussolato le scommesse. Ha regalato, insomma, un risultato bello per l’originalità, per l’energia e il carattere del pilota che lo ha messo in atto. Russell, Hamilton, Piastri. A un soffio, in un testa a testa memorabile, Hamilton e Piastri. Ben più indietro, Leclerc, Verstappen e Norris. Sainz, settimo, iniziava ad avere un distacco nell’ordine dei venti secondi: troppo, specie in una domenica senza doppiati.
Sempre meno Red Bull: il mondiale è riaperto
Sotto al traguardo la giornata l’ha conquistata Russell – terza in carriera, seconda nel 2024 dopo l’Austria- per sue capacità e senza alcun regalo. Anche se il risultato, a seguito di un comunicato Fia delle 17.50, potrebbe venire sconvolto da un’infrazione alla regole sul peso minimo dell’auto.
Comunque vada l’esito finale, molti altri hanno buttato via occasioni e posizioni per svariati motivi. Ma la domenica è stata regolare: niente di brutto o “sporco” come visto di recente. Forse perché alcuni avevano già dato uno spettacolo intollerabile solo pochi giorni fa. Eppure oggi ad esempio in Red Bull entrambi i piloti avrebbero potuto e, forse, dovuto guidare in modo più rocambolesco. Da un lato Verstappen, consapevole di essere il più veloce in qualifica, pensava di essere competitivo ai massimi livelli ma, suo malgrado, ha dovuto pagare il prezzo della quinta power unit “accettata” per il 2024, subendo una penalità in partenza di ben dieci posizioni. Ma non si è dato molto da fare per esagerare: si è fatto la sua prova in modo quasi anonimo, puntando al punteggio assoluto e accontentandosi di arrivare almeno davanti all’unico rivale che, sinora, potrebbe fargli paura: Norris.
Perez, invece, aveva un peso enorme sulle spalle: era stato avvisato che in base a questa prova, da domani, potrebbe non essere più ingaggiato da Milton Keynes. Partiva secondo: nonostante ciò, non gli è servito a nulla. In partenza non si è visto e in seguito ancora meno. Un ottavo posto che, nel mondiale costruttori, significa un ulteriore recupero di otto punti da parte della McLaren. Se arriverà un licenziamento domani e una “promozione” di Ricciardo in prima squadra e Lawson a Faenza, insomma, non sarebbero una sorpresa per nessuno.
Sia sui risultati individuali che come squadra, in definitiva, la Red Bull sta perdendo terreno e conferma ulteriormente che l’epoca dell’irraggiungibilità sembra decisamente superata. Il “tocco magico” di Newey dell’era ibrida combinata all’effetto suolo sembra insomma aver superato la vetta e iniziato un’inesorabile discesa, al momento con pendenze alterne. E per il futuro, poche certezze: il suddetto mago, vociferato da molti in trasloco a Maranello, durante l’ultima settimana è stato invece sempre più accostato al pianeta Stroll e all’Aston Martin. Anche perché, in assenza di un buon progetto, aver assunto un big come Alonso senza dargli (ancora una volta) una monoposto competitiva, sarebbe un vero spreco.
Fonte: Il Sole 24 Ore