Un dilemma per i manager: si impara di più dagli errori o dai successi?
La settimana scorsa, all’interno di un gruppo di lavoro sul tema del feedback, l’innocua domanda, formulata quasi per caso, “secondo voi, si impara più dagli errori o dai successi?” dà l’avvio ad una discussione che scatena quasi una rissa. Prende il via debolmente con una prima considerazione espressa da parte di coloro che poi si sono identificati nella fazione del Successo Innanzitutto: solo se ti senti soddisfatto di quello che hai fatto, lo vedi riconosciuto dagli altri e valorizzato, allora impari o consolidi il tuo comportamento. Durante il feedback quindi è molto importante concentrarsi il più possibile su ciò che ha funzionato e sui successi, per aprire la strada verso la crescita e lo sviluppo.
La fazione opposta, quella dell’Errore Benvenuto, ribatte sostenendo che solo attraverso il riconoscimento dell’errore si è stimolati a cercare alternative di comportamento e solo dopo un errore si può creare un cambiamento nel proprio modo di agire.
I membri del Successo Innanzitutto elencano allora con maggior forza le loro ragioni, che sono tante. Quelle dichiarate con maggior veemenza sono tre:
1) Solo gli stroke (o carezze) positivi aiutano a crescere, quelli negativi paralizzano e rischiano di far concentrare le persone sulle loro incapacità.
2) Aiutare l’altro a guardare ciò che ha ottenuto e a come ha saputo usare le risorse che ha nel suo bagaglio, e non farlo concentrare su ciò che manca o che non riesce a fare, mette in moto visioni positive di possibilità e amplia la capacità della persona di mettersi in gioco.
3) L’errore dà modo di imparare solo cosa è andato male e perché, ma non dice nulla su cosa si sarebbe dovuto fare per non sbagliare. L’errore diventa quindi una tacca che mina l’autostima.
Man mano che queste ragioni vengono elencate, i membri dell’Errore Benvenuto si agitano e ribattono, a volte anche alzando la voce. Non per maleducazione però, più che altro per farsi sentire. Anche loro portano ragioni importanti:
Fonte: Il Sole 24 Ore