Un morto ogni 30 secondi per la resistenza agli antibiotici, tutti i numeri dell’epidemia silente

La salute pubblica a livello mondiale dopo il Covid è ancora sotto minaccia. Una nuova pandemia, silenziosa, sta acquistando terreno a una velocità preoccupante e già possono contarsi oltre 5 milioni di morti l’anno. Si tratta dell’antibioticoresistenza, ovvero delle infezioni causate da batteri ormai resistenti agli antibiotici in uso, che nel mondo avanza ad un ritmo di un morto ogni 30 secondi.

L’Italia tra gli ultimi Paesi al mondo

Oltre 11mila i morti l’anno in Italia. L’utilizzo non corretto degli antibiotici è una delle cause principali e proprio per contrastarne il corso il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco hanno lanciato una campagna informativa, presentata dal ministro Orazio Schillaci. Uno spot andrà in onda su emittenti tv e radio con lo scopo, come anticipa il ministro in occasione della Settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici, di «aumentare la consapevolezza nella popolazione sul consumo responsabile» e «incentivare le migliori pratiche per ridurre la diffusione di infezioni resistenti».

Schillaci: i medici di famiglia aiutino contro abuso

Per Schillaci i medici di famiglia «sono quelli che conoscono meglio degli altri i pazienti e quindi devono sicuramente fare una campagna di sensibilizzazione, perché non si possono prendere gli antibiotici senza una prescrizione medica», comportamento messo in atto da circa un italiano su tre. Al contempo, però, «l’80% dell’inappropriatezza prescrittiva arriva dai medici di base. Bisogna dunque insistere sulla formazione dei medici», afferma il direttore della Prevenzione del ministero, Francesco Vaia.

Palù (Aifa): supererà in decessi quelli del cancro

«L’antibiotico-resistenza supererà in decessi quelli del cancro, è una pandemia silente», avverte dal canto suo il presidente di Aifa Giorgio Palù. Le parole chiave nella lotta ai “super bug” sono «l’accessibilità, la prevenzione, la diagnosi e la terapia», purtroppo è dagli anni Novanta che non abbiamo nuovi antibiotici. «L’industria investe poco per mancanza di incentivi economici ed è più concentrata sui blockbuster, cioè una pillola tutti i giorni per tutta la vita, che su un trattamento che duri dai 5 ai 7 giorni». In futuro si può pensare «a creare vaccini e anticorpi monoclonali». Uno strumento importante sarà anche l’intelligenza artificiale, dal momento che «le società scientifiche stanno lavorando per una piattaforma che possa fare predittiva».

L’Ue chiede azione urgente

La lotta alla resistenza antimicrobica è una priorità assoluta per la Commissione e parte integrante di molte azioni in ambito europeo. I nuovi dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) mostrano alcuni progressi generali tra il 2019 e il 2022 verso l’obiettivo di ridurre l’uso degli antimicrobici del 20% entro il 2030. Sebbene l’uso complessivo di antibiotici a più lungo termine sia diminuito in tutta l’Ue/See tra il 2019 e il 2022, il consumo è nuovamente aumentato nel 2022, avendo molti europei ripreso lo stile di vita precedente alla pandemia di Covid come segnale la Commissione europea. Uno studio condotto dall’Ocse per conto di Bruxelles avverte che la resistenza antimicrobica costa ai Paesi dell’Ue/See circa 11,7 miliardi di euro all’anno. Se ognuno investisse 3,40 euro pro capite all’anno negli interventi contro la resistenza antimicrobica nei settori della salute umana e dell’alimentazione, ogni anno si potrebbero prevenire oltre 10mila decessi, evitare oltre 600mila nuove infezioni e risparmiare ai sistemi sanitari oltre 2,5 miliardi di euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore