Una suora in lotta contro l’algoritmo
Nei primi quindici minuti di Mrs. Davis (uscita su Peacock negli USA, inedita in Italia) si passa da uno scontro di cavalieri templari nella Parigi del Trecento, a un’isola deserta del Pacifico in cui è naufragato uno scienziato di nome Schroedinger (guarda caso in compagnia di un gatto), per poi ritrovarsi nei pressi di Reno, Nevada, dove una suora a cavallo sventa una truffa operata da una banda illusionisti.
Spero sia chiaro quanto sia difficile dare un’idea della trama: all’incirca, siamo in un mondo dominato da un’intelligenza artificiale, che alcuni chiamano appunto Mrs. Davis (altri semplicemente “Lei”), alla quale ci si connette tramite un auricolare. I più sostengono che Mrs. Davis abbia risolto tutti i problemi del pianeta, sconfiggendo fame, guerra e disoccupazione; alcuni ribelli, invece, pensano che abbia schiavizzato l’umanità. Simone (Betty Gilpin), la suora sventa-truffe, è una delle pochissime persone che ancora si rifiutano di cedere a Mrs. Davis. Ma, per una catena di motivazioni impossibile da riassumere in poche righe, alla fine dovrà farlo e di conseguenza accetterà di intraprendere una missione per Suo conto: trovare, ehm, il Sacro Graal. «Non sottovalutare la stupidità che questa situazione può raggiungere», dice un personaggio, e come dargli torto.
La coppia creatrice di Mrs. Davis è improbabile tanto quanto la serie stessa: il maestro dei mistery ipertrofici Damon Lindelof (Lost, The Leftovers, Watchman) e Tara Hernandez, nota per aver scritto circa 200 episodi di The Big Bang Theory e Young Sheldon. Eppure l’unione tra le due sensibilità ha creato uno dei prodotti più originali a memoria recente, fuori di testa come The OA, ma molto più divertente, difficile da categorizzare e a volte anche da interpretare.
Nonostante l’abbondanza di assurdità, questa serie non è mai del tutto né demenziale né seria, è sempre entrambe le cose allo stesso tempo. C’è un frenetico accumulo di idee, trame laterali che non si sa dove andranno, personaggi, generi, citazioni, il tutto in una maniera volutamente disordinata, contraria ai principi base di qualsiasi manuale di sceneggiatura. Ma non è solo caos: nel progredire della storia i conti iniziano a tornare, e si trova anche una riflessione sul confronto tra la creatività umana e quella algoritmica.
Tara Hernandez, Damon Lindelof, Mrs. Davis. Peacock, inedita in Italia
Fonte: Il Sole 24 Ore