una vita tra Eni, economia e Berlusconi

una vita tra Eni, economia e Berlusconi

«Le grandi aziende hanno la funzione di stabilizzatori del sistema economico nazionale e internazionale. Soprattutto quando un modello come quello capitalista può apparire in crisi», dice Roberto Poli a inizio del secolo, poco dopo la sua nomina a presidente dell’Eni. Ieri si è spento a 86, dopo una vita spesa tra le grandi imprese, l’attività di super consulente e l’insegnamento universitario alla Cattolica. Nel corso della sua carriera Poli – toscano di Pistoia, frazione di Capostrada, dove i cugini da bambini lo chiamano scherzosamente “mangiaragioni” (citazione dal Tirreno, ndr) – ha attraversato e vissuto in prima linea fasi cruciali del sistema economico italiano a partire dagli anni 1983-1984, quando è stato presidente di Rizzoli-Corriere della Sera, fino alla conclusione dell’amministrazione controllata.

Sarà uno dei manager e consulenti più attivi nella lunga stagione delle privatizzazioni e ristrutturazioni, ricoprendo ruoli in Iri, Fondazione Cariplo, e suo nome è legato anche alla maggiori casi editrici italiane, come Arnoldo Mondadori. Durante il governo Berlusconi – con cui sarà in stretto sodalizio professionale – viene nominato presidente di Eni, ruolo che ha mantenuto fino al 2011. Con i suoi nove anni alla guida dell’azienda, ha eguagliato la longevità in carica del fondatore Enrico Mattei. Poi all’Eni è rimasto legato come consigliere della Fondazione Mattei ed è stato anche membro del cda di Maire Tecnimont. Nel 2008, l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli aveva conferito il titolo di Cavaliere del Lavoro. «L’Italia – aveva dichiarato in una intervista al Corriere della Sera nel 2002 – è l’esempio più vistoso di come le piccole e medie imprese abbiano una buona reattività e rappresentino elementi eccezionali di sviluppo per il sistema Paese. E’ chiaro però che una sana grande azienda ha per storia e cultura un approccio al mercato, all’economia, basato sul lungo periodo, cosa che permette di superare fasi anche difficili». Poli era in qualche modo anche uno degli anelli di congiunzione e tra il mondo milanese di Silvio Berlusconi e quello che ruotava attorno a Mediobanca (anche se Marina sarà poi membro del cda di piazzetta Cuccia per quattro anni) e soprattutto alla Comit, la storica banca di Piazza Scala inglobata poi in Intesa, di cui era stato presidente del collegio sindacali per ben undici anni fino alla privatizzazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore