Urso: la decisione della Bce non aiuta la ripresa

Urso: la decisione della Bce non aiuta la ripresa

Il consiglio direttivo Bce ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente saranno innalzati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, con effetto dal 20 settembre 2023. Non sono mancate critiche alla mossa della Bce da parte di esponenti della maggioranza.

Urso: la decisione della Bce non aiuta la ripresa

Un primo intervento è giunto da un esponente del Governo Meloni. «Questa nuova decisione, presa peraltro credo a maggioranza quindi contrastata, non credo possa aiutare la ripresa economica dell’Europa, che è il principale problema che noi abbiamo anche perché le altre economie collegate a noi hanno». È quanto affermato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando il nuovo rialzo dei tassi della Bce. «Ben sapete – ha aggiunto – il valore che ha l’economia tedesca all’interno dell’economia europea. La Germania è già ampiamente in recessione e con essa altri Paesi legati al sistema tedesco come l’Olanda, e questa decisione della Bce purtroppo non aiuta».

Gusmeroli (Lega), aumento tassi frena la crescita

«Un ulteriore rialzo dei tassi non può che essere negativo per la crescita economica che infatti sta frenando sia in Europa che in Italia. Continuare a mantenere un livello alto dei tassi di interesse penalizza le imprese per il caro finanziamento e le famiglie per il caro mutui». Così il deputato della Lega Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione attività produttive della Camera dei Deputati e responsabile fisco della Lega.

Osnato (Fdi): Lagarde semina incertezza

Secondo Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati e responsabile Economia e Finanza del partito, a questo punto «sul prossimo futuro c’è incertezza totale, altro che la “forward guidance” dei manuali di buona politica monetaria. Per gli investimenti produttivi, questo è più dannoso della spesa per interessi».

Fonte: Il Sole 24 Ore