Usa e Cina, la nuova corsa allo spazio che parte dalla Luna

L’entrata in scena della Cina

Oggi non siamo da meno. La Russia, erede dell’Unione Sovietica, è praticamente svanita come potenza spaziale, anche se resta in prima posizione come missili a testata atomica, ma gli Usa si devono confrontare con la Cina, che ha sviluppato una sua stazione spaziale ed è arrivata perfettamente sulla faccia nascosta della Luna. Lo scenario complessivo è dominato da una quantità pericolosamente crescente di satelliti in bassa orbita, fra i 300 e i 1.000 chilometri. Ne abbiamo più di 5mila sopra le nostre teste, con una esplosione numerica dovuta al crollo dei costi del lancio, grazie soprattutto alla riusabilità dei vettori introdotta da SpaceX di Elon Musk, che dalla crescita della miniaturizzazione.

Satelliti in esercizio per 80 Paesi

Oggi pensare di mandare in orbita un piccolo satellite è alla portata praticamente di ogni istituzione, anche singola università, e sono infatti almeno 80 i Paesi che hanno un satellite in esercizio, un dato poco noto. In programma poi ci sono varie costellazioni per sorvegliare il territorio o anche per trasmissioni, Italia ed Europa sono in prima fila con i prossimi progetti per il telerilevamento e trasmissioni.

Il ritorno sulla Luna

Il vero campo di sfida, si spera non di scontro, è però la nuova corsa alla Luna, lanciata apertamente degli Usa con il programma Artemis che porterà la prima donna astronauta sulla Luna, e il primo astronauta di colore, entro il 2026, anche se la schedula è ancora soggetta a revisione. Artemis, dea della Luna, era la sorella del dio Apollo nella mitologia dell’antica Grecia, un nome scelto per fare ammenda dell’eccesso di presenza maschile nei programmi della prima corsa alla Luna.

Nasa ha anche adottato una politica diversa dalle missioni precedenti, firmando accordi con l’Agenzia Spaziale Europea, Esa, ma anche direttamente con i singoli stati, creando qualche problema di rappresentatività. In ogni modo sono una quarantina oramai i partecipanti alla nuova corsa alla Luna guidata dagli Usa.

Una «nuova» espansione

Artemis è un programma molto ambizioso e non si ferma al ritorno sulla Luna, anzi. Si prevede infatti di arrivare sulla Luna, costruire abitazioni, prima abbastanza semplici e poi più strutturate, mettere in funzioni laboratori, scavare miniere per estrarre materiali preziosi, soprattutto litio e altri indispensabili più dell’oro nel nostro mondo ipertecnologico. Bisognerà costruire strade per muoversi e piazzole per far allunare i mezzi che si pensano in continuo andirivieni dalla Terra o dalla stazione spaziale cislunare tutta da costruire, assicurare telecomunicazioni e sistemi di misura e sincronia del tempo sulla Luna. Insomma, non sarà un ritorno, tutt’altro, sarà invece l’espandersi sul nostro satellite, coinvolgendo questa volta fin da subito i privati, per dare il via a una economia lunare nuova e, diciamolo, tutta da inventare.

Fonte: Il Sole 24 Ore