«Usa offrono a Maduro la grazia se lascia il potere»
Gli Stati Uniti stanno tenendo una serie di colloqui segreti per convincere il presidente venezuelano Nicolas Maduro a lasciare il potere in cambio della grazia. Lo riferiscono fonti informate al Wall Street Journal secondo le quali l’amministrazione Biden ha messo “tutto sul tavolo” per convincere il leader venezuelano ad andarsene prima della fine del suo mandato a gennaio. Maduro deve affrontare una serie di incriminazioni da parte del dipartimento di Giustizia americano e nel 2020 gli Usa hanno messo una ricompensa di 15 milioni di dollari per informazioni che potessero portare al suo arresto.
Italo venezuelano sparito da giorni: «Siamo preoccupati»
In Venezuela aumentano le persone scomparse e proseguono gli arresti dei dissidenti. Cresce la paura nella comunità di italiani, poiché la cosiddetta operazione “toc toc” degli agenti del regime di Nicolas Maduro contro i suoi oppositori non risparmia nessuno, neppure i nostri connazionali che vivono nel Paese da decenni. Gli ultimi due casi sotto i riflettori delle autorità italiane riguardano due italo venezuelani di origini siciliane. «Ma i casi sono tantissimi – sostiene Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto all’estero -, i rastrellamenti sono un po’ ovunque. Chiedo alle ambasciate di aprire le porte a tutti loro e alle decine di persone che mi chiamano dico di rifugiarsi subito nei nostri consolati». Si teme che Antonio Calvino, 46enne di origini siracusane, non ci sia riuscito. «Dal 9 agosto scorso non si hanno più tracce di lui, che – spiega il parlamentare – era un oppositore del governo, arrestato tre anni fa durante il Covid davanti al nostro consolato a Caracas per «incitamento all’odio» con la presunta accusa di voler assaltare il nostro consolato e liberato lo scorso anno su pressione del nostro stesso governo.
Un altro caso riguarda la messinese Rita Capriti, esponente del partito di opposizione «Primero Justicia», che è stata prelevata dalle autorità locali nella notte tra l’1 e il 2 agosto e da allora è detenuta nella struttura carceraria di Caña de Azucar, a Maracay. Per lei le accuse sono di incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale.
Fonte: Il Sole 24 Ore