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Usa, sulla cittadinanza per nascita il primo test giudiziario
Un cambiamento radicale, all’insegna della cancellazione dei diritti e delle protezioni finora garantite. È il volto della politica migratoria inaugurata dal secondo mandato del presidente americano Donald Trump. Presentata come uno dei pilastri della sua campagna elettorale, la guerra all’immigrazione è stata avviata dal neopresidente fin dai primi giorni del mandato, con effetti immediati sulla vita di milioni di persone.
Nel discorso di insediamento, Trump ha annunciato una serie di ordini esecutivi – strumenti legislativi che consentono modifiche alle normative senza passare dal Congresso – che rappresentano un’offensiva contro l’immigrazione. Il presidente ha dichiarato un’emergenza al confine con il Messico così da poter mobilitare l’esercito per «respingere l’invasione». Ha inoltre annunciato controlli più severi anche per coloro che intendono entrare legalmente negli Stati Uniti e la ripresa della costruzione del muro alla frontiera con il Messico.
Il tentativo di cancellazione dello ius soli
La misura più controversa è stata l’abolizione dello ius soli, un diritto garantito da oltre 150 anni dal quattordicesimo emendamento della Costituzione americana, adottato per tutelare i figli degli ex schiavi. Il principio della birthright citizenship garantisce automaticamente la cittadinanza statunitense a chiunque nasca sul suolo americano.
Con il nuovo ordine esecutivo, in vigore dal 20 febbraio, questo diritto viene revocato. Secondo il procuratore generale di Washington Nick Brown, la misura riguarderebbe circa 150.000 bambini ogni anno, che si vedrebbero negata la cittadinanza, diventando «clandestini alla nascita e persino apolidi».
Il ricorso di 22 Stati
La reazione non si è fatta attendere: ventidue Stati a guida democratica e diverse associazioni per i diritti civili, tra le quali l’American civil liberties union (Aclu), hanno presentato ricorsi immediati e il 23 gennaio un giudice di Seattle ha sospeso temporaneamente il provvedimento.
Fonte: Il Sole 24 Ore