Uso di armi in Russia, italiani contro ma Pd e Fi divisi. Ecco i Paesi favorevoli

Il parlamento europeo ha approvato l’uso da parte dell’Ucraina delle armi fornite dai Paesi occidentali in territorio russo. Ma la risoluzione non vincolante del Parlamento Europeo sul sostegno dell’Ue all’Ucraina, con un controverso paragrafo che chiede la rimozione delle restrizioni all’uso delle armi inviate a Kiev, consentendo agli ucraini di colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo, ha confermato le divisioni che attraversano sia la maggioranza di governo che l’opposizione. Gli eurodeputati italiani hanno votato essenzialmente contro la risoluzione del Parlamento Ue che «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo».

L’Ucraina divide il campo largo

Sul sostegno militare all’Ucraina, tuttavia, il Pd ha votato insieme a Forza Italia e a Fratelli d’Italia, mentre il M5s e Alleanza Verdi sinistra hanno votato insieme alla Lega. Insomma, in Europa la maggioranza è andata in ordine sparso. Anche il campo largo si è diviso. E, dentro il campo largo, si è diviso il Pd, con defezioni degli europarlamentari dem specialmente su un punto specifico della risoluzione, quello sulla possibilità dell’Ucraina di usare in territorio russo le armi ricevute dai Paesi europei.

Divisioni nel Pd

Nel Pd sono venuti allo scoperto i nervi sia delle aree che giudicano il partito troppo interventista in Ucraina sia di quelle che lo giudicano invece troppo tiepido. Le prime sono rappresentate in Europa dagli europarlamentari Cecilia Strada e Marco Tarquinio, da sempre contrari all’invio di armi: andando contro alle indicazioni del gruppo, si sono astenuti al voto finale sul sostegno militare a Kiev. Il resto della squadra dem si è però mostrato abbastanza compatto: 17 sì su 21, con due assenti. Più dolente il punto specifico dell’uso di armi occidentali contro la Russia in Russia. La segretaria Pd Elly Schlein è contraria e infatti il gruppo aveva indicazione di votare “no”, malgrado la famiglia dei socialisti europei fosse a favore. L’esito dell’urna ha mostrato un Pd a mosaico: due “ribelli” hanno votato a favore, Elisabetta Gualmini e Pina Picierno, e 6 eurodeputati non hanno partecipato al voto. Fra loro anche il presidente del partito, Stefano Bonaccini, leader della minoranza interna, Energia Popolare. Tutti gli altri hanno seguito le indicazioni del partito e hanno votato contro (non risultano nei conteggi ufficiali, ma i dem inseriscono fra i contrari sia Tarquino sia Lucia Annunziata). Alla fine il pallottoliere ha restituito l’immagine di un voto travagliato: 11 contrari, due a favore, 8 non votanti (compresi i due assenti, fra loro Giorgio Gori che sui social si è poi detto per il sì).

Per il M5s, però, «la risoluzione sull’Ucraina votata dal Parlamento europeo è un invito alla guerra». Anche per i leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, «dall’inizio della criminale invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la strategia fondata solo sull’invio di armi ha progressivamente cancellato ogni prospettiva di pace e messo da parte la diplomazia come strumento per risolvere il conflitto».

Ecco i Paesi favorevoli all’uso delle armi in Russia

Sulla questione dell’uso delle armi occidentali sul suolo russo da parte delle forze armate ucraine l’Europa si è divisa. In generale si può dire che la maggioranza dei Paesi europei non ha posto alcuna restrizione sul materiale fornito a Kiev. In questo campo si posso contare Finlandia, Svezia, Paesi Baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda e con tutta probabilità anche la Romania.

Fonte: Il Sole 24 Ore