Van Gogh sulla Senna in mostra ad Amsterdam
Gli anni di Vincent passati ad Asnières sulla Senna, in ottima compagnia, sono al centro della terza mostra organizzata dal Museo Van Gogh per il suo cinquantenario.
Dopo le mostre ‘Choosing Vincent’ che ripercorreva la storia della famiglia Van Gogh e ‘Van Gogh a Auvers’ sugli ultimi 70 giorni di vita dell’artista, arriva ora il terzo e ultimo capitolo delle celebrazioni per i 50 anni di vita del museo olandese.
La mostra ‘Van Gogh sulla Senna’ ha un duplice scopo: quello di considerare i rapporti dell’artista con le sperimentazioni e, di conseguenza, quello di sfatare il mito, duro a morire, del pittore solitario ed escluso dalla scena artistica parigina. La fuga di Van Gogh da Parigi fu infatti volontaria perché, come lui stesso osservò in una lettera: “l’unione degli estremi – la campagna nel suo insieme e il trambusto qui [in città] – mi dà nuove idee”.
Asnières
Stanco di vivere esclusivamente nella grande metropoli, decide di trasferirsi in campagna facendo una scelta oculata tra i vari sobborghi lungo la Senna, non gli angoli bucolici cari alla generazione precedente degli artisti impressionisti ma il contrasto sociale ed estetico di Asnières, piccolo villaggio dove, già alla metà del 19esimo secolo, era nato un polo per la lavorazione del carbone e del gas. Questa contrapposizione stridente tra la bellezza intatta della natura, dipinta nei suoi affascinanti cambi di colore legati alle stagioni, e l’attrattiva della modernità, fu per l’artista di grande ispirazione: i ponti in ferro, i treni, le ciminiere venivano spesso dipinti sullo sfondo dei suoi quadri dando uno spessore totalmente diverso alla quiete della vita agreste protagonista dei primi piani. Il contrasto era anche sociale: un dialogo a distanza tra i ricchi parigini ritratti nelle loro ore di svago e, poco distanti, uomini alle prese con gigantesche costruzioni, enormi ponti e la posa di nuovi binari, insomma con il progresso che avanzando creava una nuova classe sociale.
Georges Seurat, Paul Signac, Emile Bernard e Charles Angrand
Ma Vincent non era da solo ad Asnières: qui si erano già trasferiti Georges Seurat, Paul Signac, Emile Bernard e Charles Angrand, tutti alla ricerca di nuovi luoghi da trasformare in soggetti delle loro opere.
Se non si può parlare di una vera e propria collaborazione, tra i cinque artisti nasce comunque un dialogo, a volte a distanza e volte di relazioni personali, che li vedeva impegnati in una fase di fruttuosa ed entusiastica sperimentazione. Gli scambi sono tanti: si elaborano nuovi stili, diverse tavolozze cromatiche e innovative pennellate, passando dal pointillisme al cloisonnisme e alle grandi superfici senza sfumature del divisionismo.Proprio in preparazione alla mostra le opere realizzate da Van Gogh nei dintorni di Asnières sono state per la prima volta studiate come un gruppo a sé stante confrontandole con quelle degli altri quattro artisti e indagando sulla ragione del trasferimento e soprattutto sull’influenza che questi luoghi ebbero sull’evoluzione della tecnica pittorica.
Fonte: Il Sole 24 Ore