Vaticano, Bergoglio “crea” 21 nuovi cardinali. Come cambia la Chiesa di Francesco

Vaticano, Bergoglio “crea” 21 nuovi cardinali. Come cambia la Chiesa di Francesco

La Chiesa di Francesco. Nel giorno che precede la festività dell’Immacolata il Papa “crea” 21 nuovi cardinali, un concistoro tra i più numerosi della storia, che porterà il numero degli elettori in un ipotetico conclave a 140, una soglia record rispetto ai 120 fissato da Paolo VI, regolarmente sforata dai successori. Di questi l’80% lo ha ormai nominato Bergoglio – eletto il 13 marzo 2013 – anche se non tutti sono considerati “bergogliani”, in senso stretto. Ma certamente si conferma la linea di Francesco di includere nel Sacro Collegio prelati del “global south”, delle periferie del mondo: sempre meno europei, sempre più asiatici e latino americani, pochi gli africani. Un giorno importante quindi, in contemporanea con la riapertura a Parigi della cattedrale di Notre Dame ricostruita dopo l’incendio del 2019, evento al quale il Papa era stato invitato e ha detto di no (la prossima settimana andrà in Corsica per un giorno). Tutto questo mentre Milano ci celebra Sant’Ambrogio ma tanto l’arcivescovo Mario Delpini non deve essere presente a Roma: infatti anche a questo giro non ha avuto la “berretta” nonostante la diocesi che guida sia la più grande al mondo.

Un cardinale asiatico ha rinunciato: a sorpresa l’annuncio di Battaglia (Napoli)

L’elenco dei cardinali – uno di loro, l’ex nunzio Angelo Acerbi, ha 99 anni e quindi non voterebbe in Conclave, la soglia infatti è di 80 anni – era stato annunciato a ottobre, e nel frattempo qualche modifica c’è stata. Il 22 ottobre, uno dei 21 nominati, il vescovo indonesiano di Bogor, il francescano Paskalis Bruno Syukur, ha chiesto al Papa di non essere creato cardinale per «crescere ancora nella vita sacerdotale, nel servizio alla Chiesa e al popolo di Dio», anche se qualche indiscrezione di stampa ha parlato di altre motivazioni riguardanti vicende (non confermate) della diocesi. E così a novembre Il Papa ha annunciato la nomina a cardinale dell’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia riportando così a 21 il numero delle nuove porpore. L’elenco comprende tutti e cinque i continenti e porta a 253 il numero dei componenti del Collegio cardinalizio. Fra questi come detto 140 sono quelli con diritto di voto, anche se nel 2025, anno del Giubileo, 14 di loro andranno oltre gli 80.

Gli italiani sono cinque, in tutto gli elettori italiani sono 19

I nuovi cardinali italiani sono cinque: oltre a Battaglia e Acerbi, nell’elenco figurano il vicario di Roma, Baldassare Reina, l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole e il sottosegretario per la sezione migranti del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, padre Fabio Baggio. Con loro la presenza dei porporati italiani votanti in Conclave arriva a 19 (compresi il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e l’ordinario della Mongolia Giorgio Marengo, che però nelle statistiche ufficiali rientrano nella “quota” asiatica). E’ da sempre il gruppo nazionale più numeroso, il suo peso si è certamente ridimensionato, anche rispetto all’ultimo conclave, quando era attorno a 25 membri.

Francesco promuove l’organizzatore dei suoi viaggi (indiano)

Nel concistoro sono poche le porpore dell’Europa: l’arcivescovo di Belgrado Ladislav Nemet, dal lituano Rolandas Makrickas, da marzo arciprete coadiutore della Basilica papale di Santa Maria Maggiore, e dall’inglese Timothy Radcliffe, il teologo – già maestro generale dei domenicani – che ha tenuto gli esercizi spirituali ai padri e le madri sinodali. Il Vecchio Continente quindi conterà in totale 55 porporati elettori. Ma ci sarà una prima assoluta: entra l’arcivescovo di Teheran, Dominique Joseph Mathieu (di origine belga) è uno dei quattro nuovi cardinali asiatici. Gli altri sono Tarcisio Isao Kikuchi, 66 anni, arcivescovo di Tokyo, Pablo Vigilio Siongo David, 65, nella diocesi di Kalookan nelle Filippine e il monsignore indiano George Jacob Koovakad, 51, diplomatico della Segreteria di Stato e dal 2021 responsabile dell’organizzazione dei viaggi papali. La cosa curiosa che questa funzione dipendente dal Sostituto alla Segreteria di Stato, Edgar Pena Parra, che non ‘ cardinale. Complessivamente quindi, l’Asia salirà a 26 cardinali (di cui tre nati in Europa: Pizzaballa, Marengo e Mathieu).

La nomina del vescovo cattolico ucraino d’Australia (e quello di Kiev)

Dall’Africa arrivano due nuovi cardinali: il missionario francese Jean-Paul Vesco, 62 anni, ad Algeri, e Ignace Bessi Dogbo, 63, ad Abidjan in Costa d’Avorio: il Continente avrà quindi complessivamente 18 cardinali (ma tre sono “bianchi”: oltre a Vesco, il salesiano spagnolo Cristobal Lopez Romero a Rabat e Stephen Brislin a Città del Capo in Sudafrica). L’America Latina è rappresentata da cinque nuovi cardinali. In particolare viene nominato Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio (74 anni) a Lima, un prelato che è stato molto vicino a Gustavo Gutierrez, il “fondatore” della teologia della liberazione e scomparso di recente. Dal nord America un solo cardinale, l’arcivescovo di Toronto, Francis Leo, 53 anni, considerato non certo un progressista bergogliano. Un nuovo cardinale anche per l’Oceania: Mykola Bychok, vescovo dell’eparchia Saints Peter and Paul di Melbourne degli ucraini, che a 44 anni diventerà il più giovane membro del Collegio cardinalizio (prima di lui era Marengo, il missionario arcivescovo a Ulan Bator, Mongolia). Per la prima volta la Chiesa greco-cattolica ucraina avrà un cardinale senza che lo sia, come da tradizione, l’arcivescovo maggiore di Kiev.

Fonte: Il Sole 24 Ore