Vaticano: ora Becciu indagato per associazione a delinquere. Spunta la registrazione di una telefonata con il Papa
Brutto affare (uno dei tanti del filone) in Vaticano. Spunta anche una registrazione telefonica, uno dei due che parla è il Papa. È il nuovo tassello dell’infinita inchiesta-processo in corso dentro le mura sull’immobile di Londra, dove via via si aprono nuovi filoni. L’ultimo vede il cardinale Giovanni Angelo Becciu indagato per associazione a delinquere, per una vicenda che lo vede coinvolto, insieme ad alcuni famigliari, nella sua diocesi di origine in Sardegna, Ozieri. E la telefonata è tra il cardinale e Francesco.
La 37esima udienza del processo su Londra nuovi filoni d’indagine
Si tratta di una novità emersa nel corso della 37esima udienza del processo quando il promotore di giustizia Alessandro Diddi, ha riferito del contenuto di una rogatoria trasmessa dal tribunale di Sassari alla giustizia vaticana. Il processo è sulla compravendita dell’immobile di Londra – il Vaticano ci ha rimesso quasi un centinaio di milioni – ma nel corso delle indagini sono emerse altre vicende (donazioni alla diocesi di Ozieri legata alla famiglia Becciu e i rapporti con Cecilia Marogna, che si era presentata come longa manus dei servizi italiani) tra cui l’ultima relativa una indagine svolta, su richiesta vaticana, dalla guardia di finanza di Oristano.
La telefonata nel luglio 2021, alla vigilia dell’inizio del processo
Tra i documenti è emersa, conservata nel telefono della nipote del porporato, la registrazione di una telefonata che Becciu ha avuto con il Papa il 24 luglio del 2021, tre giorni prima dell’apertura del processo e 20 giorni dopo l’operazione a cui si sottopose papa Francesco. L’audio è stato ascoltato in aula dopo che il pubblico è stato fatto uscire. Dalle chat tra famigliari emerge che, in vista del processo, Becciu sperava di poter dimostrare che il Papa non lo aveva abbandonato. Alla fine, però, una telefonata avviene, appunto il 24 luglio: poco lontano dall’abitazione del cardinale, in piazza del Santo Uffizio, è in compagnia della nipote e di un’altra persona, e, a quanto riferito in aula di tribunale, Becciu dice a Francesco che è inutile fare il processo perché Francesco lo ha già condannato.
Mons. Perlasca (ex dir. amministrativo): erano altri a decidere, obbedivo a Becciu
Il procuratore Diddi ha riferito, concludendo, che Becciu adesso è indagato in Vaticano, insieme ad altri, per associazione a delinquere. Anche se i difensori del porporato riferiscono di non esserne stati informati. L’udienza è poi proseguita con la testimonianza di monsignor Alberto Perlasca, ex capo ufficio amministrativo della Segreteria di Stato all’epoca in cui fu decisa la compravendita del palazzo al centro di Londra. Il prelato ha attribuito ad altri le decisioni: da un lato, ha sottolineato che nell’ufficio le questioni economiche e finanziarie erano in mano a Fabrizio Tirabassi, minutante laico della Segreteria di Stato, e dall’altra ha spiegato di obbedire agli ordini del Sostituto agli affari generali, dapprima Becciu e poi Edgar Pena Parra: «Da noi c’è una scuola, quando le cose non ti vengono dette non devi sapere, quindi non ho chiesto nulla», ha detto ad esempio dei versamenti.
Fonte: Il Sole 24 Ore