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Vaticano: si allungano i tempi della degenza, il Papa interagisce con pochissime persone
La nuova crisi respiratoria del Papa – arrivata dopo quattro giorni di bollettini più ottimistici – ripropone dentro la Curia (ma anche fuori) uno scenario complicato. Quello che potrebbe vedere una degenza più lunga e interamente ospedaliera, sempre con le modalità seguite fino ad oggi. Quindi Francesco al decimo piano del Gemelli, con contatti personali minimi e una attività ridotta comunque all’osso, effettua qualche nomina ed esamina documenti, tra cui quelli della Cause dei Santi tanto che ha indetto un Concistoro (per ora senza data). Grande è l’attenzione del media, italiani e stranieri, le troupe televisive di mezzo mondo sono arrivate a Roma: nella giornata di venerdì molte stavano già riprendendo la via di casa e il peggioramento ha cambiato per ora le agende. In realtà la crisi del giorno 28 febbraio, è stata molto meno preoccupante di quella di sabato 22: si è trattato di un broncosparmo con inalazione, una complicazione certamente indesiderata ma isolata. Intanto la notte è trascorsa tranquilla e nelle prime ore di sabato 1 marzo stava riposando.
Il papa presente e vigile: messaggio politico a chi pensa alle dimissioni
Infatti la prognosi in assenza di altri fatti avrebbe potuto essere sciolta già settimana prossima – questa l’opinione dei medici consultati, che seguono normalmente questo tipo di situazioni – mente ora si dovrà verificare entro 12-24 ore se ci sono state conseguenze. Ma un fatto è certo: Bergoglio è rimasto sempre vigile e orientato, il che significa due cose: che non hai mai perso conoscenza e soprattutto che è presente a sé stesso. Questa precisazione, importante dal punto di vista medico, lo è anche per quello “politico”: è Papa e regna nella pienezza delle sue facoltà mentali, anche se quelle fisiche stanno mostrando difficoltà. Insomma, di dimissioni non si parla e non lo più nessuno, dopo le incaute interviste della scorsa settimana
Pochissime le persone ammesse alle stanze del decimo piano
Francesco nell’appartamento al Gemelli – cinque stanze più la Cappella – interagisce con pochissime persone: si ipotizza che siano presenti un ufficiale della Gendarmeria vaticana, l’infermiere pontificio Massimiliano Strappetti, il medico vaticano Luigi Carbone, e pochissimi altri del personale medico e infermieristico del Policlinico, tra cui il chirurgo Sergio Alfieri. I membri della segreteria perlopiù sono in ufficio in Vaticano, e inviano continuamente documenti che il Papa consulta quando è in poltrona. Solo in una occasione è andato in stanza il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e il Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Edgar Pena parra, che guida la “macchina” curiale. Dentro il Policlinico a ogni piano ci sono discreti membri della sua sicurezza, quindi della Gendarmeria.
Fonte: Il Sole 24 Ore