Vattimo e le frontiere del linguaggio
Mentre traduce il sommo Verità e metodo (Wahrheit und Methode), Vattimo arriva a confrontarsi con una delle parole chiave del libro di Gadamer, forse più densa e fascinosa della celebre precomprensione (Vorveständnis), coniata insieme con un altro grande allievo di Heidegger, il teologo della demitizzazione Rudolf Bultmann.
Questa parola – splendida: puro pensiero poetante – è Bannkreis. Ma Vattimo si limita a volgere con un semplice: «cerchio». Traduce cioè solo Kreis. Ignora Bann.
Strano. Di quella parola composta, Bann è infatti la parte più densa di significato evocativo. Inafferrabile, quasi. Bann è sortilegio e malìa; illusione; incantesimo e magia. Bannkreis in somma è, per Gadamer, la nube leggerissima e sopra tutto inavvertita che ci avvolge quando cerchiamo di comprendere quel che c’è “là fuori”: cioè la realtà esterna, come – ad esempio – può essere qualunque testo/segno da interpretare (artistico, giuridico, religioso, musicale, etc.). E per accrescere il mistero, anche un grande giurista di raffinata formazione filosofica gadameriana, Luigi Mengoni, nella sua teoria generale dell’ermeneutica applicata al diritto adopererà lo stesso lemma corrivamente riduttivo, «cerchio». Pure per lui Bann è come se non esistesse.
Quella nuvola impalpabile sono i nostri pre-giudizi, i pre-concetti in cui siamo “già sempre” immersi senza avvedercene: da cui – dice Gadamer – bisognerebbe saper uscire («Hier fragt es sich genauso, wie man aus dem Bannkreis seiner eigenen Vormeinungen überhaupt herausfinden soll»); o forse – avrebbe poi sostenuto Paul Ricoeur evocando testualmente Heidegger, l’Ultimo Sciamano – in cui occorre saper invece penetrare in modo corretto («Das Entscheidende ist nicht, aus dem Zirkel heraus-, sondern in ihn nach der rechten Weise hineinzukommen»).
Solo a queste condizioni – prosegue Gadamer – l’incontro quasi mistico fra l’interprete e il testo/segno riesce nel realizzare l’inseguita Horizontverschmelzung, la fusione dei due rispettivi orizzonti. Un po’ (ma è solo una mia illusione?) come il sospirato e struggente cossirar dei Trovatori, che vorrebbero unire il proprio al cielo dell’Amata, in un abbraccio che avvinca entrambi insieme con tutte le loro costellazioni di significato: l’agognata con/sideratio, appunto.
Fonte: Il Sole 24 Ore