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Venture Capital, in Italia una spinta all’industria da 7 miliardi in cinque anni
Ci sono i numeri, certo. Numeri che parlano di un sistema in via di consolidamento, cresciuto a ritmi sostenuti negli ultimi dieci anni e che ormai rappresenta una vera e propria industria, capace di sostenere e dare linfa allo sviluppo del Paese. Lo studio sullo stato del Venture Capital in Italia realizzato da P101 (player italiano del settore, attivo dal 2012, con un forte focus internazionale) rileva che tra il 2015 e il 2024 il numero di operatori è aumenato da 30 a 150, per un totale di quasi 9 miliardi investiti nello sviluppo di start up e imprese innovative, di cui 7 negli ultimi cinque anni.
Ecosistema innovazione
L’ecosistema dell’innovazione italiano, si legge nel report, conta oggi oltre 14mila imprese, di cui oltre 12mila start up e circa 2mila pmi innovative, che nel 2024 hanno generato un valore della produzione di circa 8,6 miliardi di euro, creando occupazione per oltre 60mila persone.
Ma i numeri da soli non bastano a spiegare la trasformazione in corso, come spiega il fondatore e panaging partner di P101, Andrea Di Camillo. «Il report nasce alcuni anni fa dall’esigenza di raccontare meglio quello che facciamo e perché c’è bisogno del Venture Capital». La risposta – che emerge anche dai numeri – è che «In Italia e in Europa abbiamo un’evidente necessità di creare nuove aziende, in grado di aggiungersi, arricchendolo e innovandolo, al tessuto imprenditoriale esistente. E è questo che noi facciamo: creiamo nuove aziende, alimentando questo sistema dell’innovazione».
Cambio di mentalità necessario
Apportando la risorse finanziarie, ovviamente, ma anche favorendo un cambio culturale, di mentalità, precisa Di Camillo: «Ovvio che più soldi ci sono e più cose si possono fare, ma c’è anche un tema di mindset: non esiste uno status quo, ma deve esserci un ricambio imprenditoriale e soprattutto un’aggiunta imprenditoriale, con nuove realtà che devono avere la possibilità di intraprendere, perché la nuova impresa porta al mercato nuove idee, energia e una serie di benefici che, nei momenti di trasformazione, è necessaria per cogliere le opportunità del cambiamento».
Forse è un po’ questa mentalità che ancora fatica a farsi strada in Italia, per cui i numeri sono sì in forte crescita, ma molta strada resta ancora da fare per allinearsi ai grandi Paesi europei. Sebbene infatti il nostro Paese sia passato da 194,3 milioni di euro investiti nel 2015 a una soglia stabilmente superiore al miliardo di euro dopo il 2021 (con un picco di 2,4 miliardi nel 2022), scalando la classifica europea per investimenti fino al decimo posto, nel 2024 l’Italia ha investito appena 1,1 miliardi (-9,5% rispetto al 2023) sui 60 complessivi dell’Europa, in cui dominano Regno Unito (114,2 miliardi di euro investiti tra il 2020 e il 2024, contro i 6,9 miliardi dell’Italia), Francia (50,6 miliardi di euro) e Germania (48,8 miliardi di euro). Inoltre, gli investimenti pro-capite nel 2024 ammontano a 114 euro, valore che posiziona l’Italia al 24° posto in Europa.
Fonte: Il Sole 24 Ore