
Viaggio nell’Irlanda di Oscar Wilde
Gli spettatori, spiega Doran, non andaranno solo ad ascoltare una conferenza o a assistere a uno spettacolo, ma anche a visitare (o forse “vivere”) i luoghi della giovinezza di Wilde («nella biografia degli scrittori si tende a sottovalutare i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, si parla sopratutto dell’università- dice Doran – io invece credo che siano anni formativi importantissimi, capaci di determinare la vita e l’opera»), che aggiungeranno emozione e comprensione all’opera ascoltata. Per seguire alcune rappresentazioni (brevi ed itineranti) si dovrà anche prendere la barca e raggiungere Devenish Island, un’isola disabitata dove svettano le rovine di un’abbazia del VI secolo che custodiva da tomba di San Mo Laisse, uno dei dodici apostoli d’irlanda, che si ritiene sia stato il fondatore del monastero. Un’isola battuta dal vento, gelido in questa primavera incipiente, dove la maggiore usura delle decorazioni in bassorilievo sulle rovine indica là dove questo soffia più spesso.
L’altra tappa imprescindibile per chi volesse visitare i luoghi di Wilde è Dublino, dove è nato al numero 21 Westland Row, il 16 ottobre 1854, per poi trasferirsi quando aveva 8 mesi lì vicino, al numero 1 di Marrion square, in una casa costruita nel 1760 che guarda sul bel parco al centro della piazza, dove si affaccia anche la galleria nazionale, con il suo Caravaggio (la cattura di Cristo), il suo Vermeer (donna che scrive una lettera), i fiabeschi dipinti su vetro di Harry Clarke, l’Incontro sulle scale della torre di Frederic William Burton, i dipinti di John Butler Yeats, fratello di William, e del patre John, in particolare il ritratto che fece di suo figlio, il poeta. La casa, dove esercitò il padre di Wilde, otorinolaringoiatra, archeologo e scrittore i viaggi, ela madre, Lady Jane detta Speranza, scriveva le sue poesie e intratteneva gli amici nel suo famoso salotto, è oggi visitabile, ed è sede dell’AMerican college Dublin, un’università specializzata in scrittura creativa. Le librerie usate dalla famiglia sono ancora in uso, restano i pavimenti di legno di quercia, i bassorilievi dello scoltore danese Bertel Thorvaldsen, riportate da Speranza nel 1860 durante uno dei suoi viaggi in Scandinavia. Suggestive le antiche biblioteche dove Wilde probabilmente si recò: la tardorinascimentale Marshes Library, fondata nel 1907, dove non si è trovata traccia del suo passaggio, ma dove un suo caro amico (solo fino al processo per omosessualità), Bram Stoker, consultò una mappa della Transilvania, e dove si tengono interessanti mostre dei preziosi 80 incunamboli e 25mila libri presenti, e quella del Trinity College, fondata nel 1592, dove il commediografo studio prima di andare al Magdalen college di Oxford, e dove si può ammirare il famoso book of Kells, capolavoro della cristianità irlandese: un manoscritto decorato da monaci di cultura celtica intorno all’800.
Un’esposizione in occasione dei 125 anni della morte di Wilde è in corso al Moli ( Museum of Literature Ireland ), il nuovo museo della letteratura irlandese, aperto nel 2019 nella Newman House, antica sede dell’Università Cattolica di Dublino, dove studiarono Joyce e Edna O’Brien. Qui, in un video, un gruppo di scrittori Lgbtqi+ legge passi dal De profundis, la lunga lettera che Wilde scrisse dal carcere, dove era stato incarcerato per il suo amore proibito, al suo giovane amante Lord Alfred Douglas. Perso il gagliardo brio della giovinezza, scriverà: «Soffrire è un unico, lungo momento. Non possiamo dividerlo per stagioni, ma soltanto renderci conto dei suoi modi e calcolarne i ritorni».
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Fonte: Il Sole 24 Ore