Vigili malati a Capodanno 2014, fu uno sciopero “occulto” voluto dai sindacati

Vigili malati a Capodanno 2014, fu uno sciopero “occulto” voluto dai sindacati

L’astensione in massa dei vigili urbani di Roma, nella notte tra il 31 dicembre 2014 e il primo gennaio 2015, con l’invio di certificati medici, considerati dai giudici fittizi, è stato di fatto uno sciopero, proclamato in maniera “occulta” dalle confederazioni sindacali. Per questo è legittimo penalizzare Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, “riversando” sull’Inps, in totale 60mila euro di quote sindacali.

Con tre sentenze gemelle, la Cassazione ha respinto i ricorsi del sindacato contro il provvedimento con il quale la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, aveva disposto la sospensione del pagamento dei contributi associativi a favore delle compagini sindacali, per un ammontare economico di 20mila euro ciascuna. Una “sanzione” adottata perché considerate responsabili “della preordinata e anomala astensione collettiva in violazione delle disposizioni normative sull’esercizio del diritto di sciopero, concretizzatasi nelle massicce assenze dei lavoratori della Polizia Locale del Comune di Roma nella notte tra il 31 dicembre 2014 ed il 1 gennaio 2015”.

Le 767 defezioni degli agenti della polizia locale

Quella notte, infatti, 767 agenti della polizia locale furono assenti per varie ragioni: dalla malattia, alla donazione del sangue, fino ai permessi per la legge 104. Defezioni che innescarono una lunga vertenza con il Campidoglio, allora guidato da Ignazio Marino e l’apertura di un’inchiesta giudiziaria e di un fascicolo dello stesso garante degli scioperi.

Oggi la decisione della Cassazione. Per la Suprema corte è corretta l’analisi della Corte d’Appello nell’accertare il carattere fittizio delle giustificazioni per malattia. Certificati e patologie inesistenti il cui fine “realizzare l’effetto dell’astensione dal lavoro con assenza del servizio, senza far apparire che si attuava in tal modo una protesta a fini di rivendicazione lavoristica”. I giudici sottolineano poi che “un incremento significativo di assenze risulta esservi stato anche con riguardo ai permessi”.

La conclusione raggiunta dai giudici in merito si basa sul rilevante incremento statistico delle assenze, più che quintuplicate quelle per malattia e più che duplicate quelle per permessi, rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti; sull’assenza di elementi utili a dimostrare l’esistenza di picchi epidemici in quel periodo; sulla rilevante convergenza dei comportamenti dei lavoratori dal 29 dicembre. “E nel contesto di una situazione di conflittualità sindacale che già precedentemente era stata indirizzata ( indizione delle assemblee per l’ultimo dell’anno, a cavallo della mezzanotte, poi revocate) verso la creazione di un disservizio proprio nel momento di particolare necessità per il servizio pubblico”.

Fonte: Il Sole 24 Ore