Vignaioli indipendenti: semplificare le regole per la commercializzazione online
Tagliare la burocrazia sarebbe importante per tutti gli agricoltori e i produttori di vino. Ma in primo luogo per i piccoli produttori artigiani che a parole in tanti sostengono di voler tutelare ma che poi nella realtà continuano a essere oppressi dalla burocrazia. Un peso che si traduce in costi diventati sempre più difficili da sostenere in particolare per le Pmi del vino. Un tema che negli anni è diventato uno dei cavalli di battaglia di Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti e che sarà al centro dell’undicesima edizione del Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti a Piacenza dal 26 al 28 novembre.
Una burocrazia per giunta che non si limita più a rendere difficili i vecchi adempimenti (dalla gestione delle informazioni obbligatorie all’intricato sistema di controlli in vigneto e in cantina) ma “si adatta ai tempi” nel senso di complicare anche le nuove frontiere del business.
Primo tra tutti l’e-commerce. «Noi vignaioli – ha commentato il presidente della Fivi Lorenzo Cesconi – abbiamo nell’horeca (consumi fuori casa, ndr) il principale canale commerciale, in Italia e all’estero. La presenza nella grande distribuzione è residuale. D’altro canto, la nostra leva principale certo non è il prezzo. Lavoriamo quindi su filiere che si costruiscono negli anni, con rapporti diretti e solidi. La ridotta dimensione delle aziende è un ostacolo alla capacità di essere presenti sui mercati esteri: dovremo quindi lavorare in rete per avere migliori economie di scala. Per raggiungere questo obiettivo serve maggior attenzione, nelle politiche pubbliche, per le piccole imprese. Ma soprattutto è per noi centrale il tema delle vendite al privato, dall’Italia all’estero. Un tema per noi importantissimo, ma che è complicato da un ginepraio di norme fiscali non armonizzate. Per questo abbiamo richiesto all’Unione europea di creare lo sportello unico One-Shop Stop (Oss), già in vigore per alcune categorie di prodotti, per rafforzare la libera commercializzazione delle merci con vantaggi per produttori e consumatori».
Un tema che come accennato sarà al centro dell’undicesima edizione del Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, al quale prenderanno parte 870 produttori provenienti da ogni regione d’Italia. Nel corso della manifestazione saranno organizzate (nelle giornate di sabato e domenica) quattro Masterclass, appuntamenti dedicati quest’anno al Trebbiano d’Abruzzo (a cinquant’anni dalla nascita della denominazione), il Sauvignon di montagna di Peter Dipoli, vignaioli del Sudtirol, il Barbaresco “Basarin” della famiglia Adriano e infine una degustazione dedicata al “Vignaiolo dell’anno” (il valdostano Charrère di Les Crêtes, primo presidente di Fivi che sarà premiato lunedì 28 novembre) un approfondimento sui vini di Les Crêtes con il primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli. (iscrizioni qui).
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) è un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2008, che si propone di promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del Vignaiolo Indipendente italiano, inteso quale soggetto che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento ed alla commercializzazione del prodotto finale. Attualmente sono oltre 1.400 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 13mila ettari di vigneto.
Fonte: Il Sole 24 Ore