Violenza domestica, bastano i segni per l’arresto in flagranza

I segni rossi sul collo della presunta vittima e i suoi racconti delle violenze subìte, sono elementi utili per far scattare la quasi flagranza e convalidare l’arresto per l’ipotesi del reato di maltrattamenti in famiglia. Anche se in casa regna una calma apparente. La Corte di cassazione, accoglie il ricorso del pubblico ministero, contro il rifiuto del Gip di convalidare l’arresto di dell’uomo che si era fatto trovare tranquillo, all’arrivo dei carabinieri, malgrado il disordine che regnava nell’appartamento e “i vistosi segni di rossore” sul collo della sua compagna, che aveva riferito alle forze dell’ordine di essere stata più volte picchiata, come provavano precedenti denunce.

La presunzione di maltrattamenti

Gli agenti lo avevano arrestato, ma l’iniziativa non era stata condivisa dal giudice per le indagini preliminari che, in assenza di gravi lesioni e in presenza del quadro descritto, aveva negato che ci fosse il requisito della quasi flagranza, indispensabile per la misura adottata. Per il Gip al più si potevano al più ipotizzare lesioni non aggravate, per le quali è escluso l’arresto. All’uomo era stato dunque imposto il divieto di avvicinamento alla parte lesa e il braccialetto elettronico. Di parere diverso la Suprema corte che accoglie la tesi della pubblica accusa e convalida l’arresto. Per la Cassazione è possibile l’arresto in quasi flagranza in un caso come quello esaminato, in cui pesano le dichiarazioni rese nell’immediatezza dalla donna, e le sue precedenti denunce. Tutti elementi a sostegno dell’abitualità del delitto di maltrattamenti in famiglia.

Fonte: Il Sole 24 Ore