Vita di Roma, dalla mitica fondazione all’avvento dell’impero
In viaggio nelle viscere della terra per avvicinarsi all’eternità di Roma. L’archeologa Rita Volpe, già docente di topografia antica a Roma Tre, sfoglia la Roma arcaica e repubblicana attraverso monumenti, infrastrutture, resti archeologici e fonti. E lo fa con puntiglio e passione, cercando di dipanare la trama fra leggende, miti e storia. Così, il suo Roma arcaica e repubblicana, che si muove entro le mura serviane e poi quelle aureliane, senza dimenticare i rapporti infiniti con l’ager, il territorio circostante, è un atto d’amore per la meraviglia dell’archeologia e per l’Urbe.
Lo studio copre sette secoli di storia, dalla mitica “fondazione” (21 aprile 753 a.C.) alla morte di Cesare, alle idi di marzo del 44 a.C. Fino al XX secolo la conoscenza della Roma arcaica dipendeva dalle fonti (Quinto Fabio Pittore, Polibio, Cassio Dione, Appiano, Erodiano, e soprattutto Plutarco e Tito Livio), poi i dati dagli scavi archeologici, con la svolta dopo il 1870: a Roma, diventata capitale, inizia la crescita urbanistica, con ritrovamenti quotidiani e sorprendenti. Esponente massimo della topografia di Roma è Rodolfo Lanciani, senza dimenticare i contributi di Giacomo Boni – avventuroso precursore del metodo stratigrafico, che fa compiere un balzo agli studi sul periodo più antico di Roma –, di Filippo Coarelli e Andrea Carandini. Per quanto riguarda la fondazione, al di là della data stabilita da Varrone, che si basava su calcoli astrologici, le testimonianze archeologiche mostrano che il sito dell’Urbs era stato abitato in modo stabile sin dall’età del Bronzo. Volpe sottolinea inoltre come «la precisa definizione di pomerio è ancora discussa dagli studiosi e neanche per gli antichi era chiaro se si trattava di una linea di confine oppure di uno spazio dietro le mura o di una zona in cui le mura erano comprese». La storia cammina con i sette re e i loro edifici e la res publica con i suoi valori civici e morali e l’espansione territoriale, fino al 44 a.C. I secoli si stratificano: ci sono le prime capanne sul Palatino, la regolazione delle acque, le mura serviane, la rete viaria che cresce ed è fra gli ultimi decenni del IV e il III secolo a.C. che prende forma più monumentale anche il centro politico, il Foro, con edifici religiosi e pubblici. La città si espande, è costruito un nuovo porto fluviale al confine con l’Aventino.
Dove cominciare il viaggio? Forse dove secondo la tradizione la città è nata, sul ciglio sud-occidentale del Palatino, nelle vicinanze del tempio della Magna Mater, dove sono visibili le tracce delle più antiche capanne, forse quella casa Romuli ricostruita più volte. Per poi lasciarsi portare dalle tracce, dalle fonti per convincersi che, come scrisse Marguerite Yourcenar in Memorie di Adriano «Roma vivrà, non perirà che con l’ultima città degli uomini».
Rita Volpe
Roma arcaica e repubblicana
Carocci, pagg. 164, € 15
Fonte: Il Sole 24 Ore