Volkswagen taglia costi per 4 miliardi, al via le proteste: sciopero e assemblee

I lavoratori del Gruppo Volkswagen, in Germania, si fermano oggi per un’ora, bloccando la produzione in segno di protesta contro il piano dell’azienda che punta a chiudere alcuni stabilimenti nel Paese, mossa senza precedenti per il colosso automobilistico tedesco.

I sindacati hanno organizzato assemblee in undici stabilimenti, dove aggiorneranno i dipendenti sui progressi delle trattative con l’azienda. L’inizio di queste proteste dà il via a una settimana cruciale per Volkswagen, che si prepara a pubblicare a metà settimana i risultati del terzo trimestre. Si prevede un calo sia nelle vendite che nei profitti.

Come riportato dal quotidiano economico Handelsblatt, il consiglio di amministrazione del gruppo di Wolfsburg ha predisposto un piano di risparmio da circa 4 miliardi di euro. Tra le misure previste, c’è una riduzione del 10% sugli stipendi e una sospensione degli aumenti salariali per il 2025 e 2026. Il ceo Oliver Blume giustifica queste scelte con i costi elevati legati al marchio Volkswagen, che si trova a fronteggiare una domanda in calo in Europa e una forte concorrenza da parte di BYD, ormai primo produttore globale di auto elettriche e ibride plug-in, in Cina.

I sindacati, però, non ci stanno e puntano il dito contro il management, accusandolo di scaricare sui lavoratori le conseguenze di scelte discutibili: una transizione verso l’elettrico gestita male e politiche di prezzo poco incisive. «La dirigenza non ha ancora presentato un piano chiaro per il futuro di Volkswagen», ha commentato Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica, in una newsletter.

Volkswagen sta attraversando settimane difficili. Alla fine di settembre, ha emesso il secondo profit warning in appena tre mesi. Anche i marchi premium del gruppo, come Audi e Porsche, che per anni sono stati le sue principali fonti di profitto, stanno ora affrontando nuove sfide. In particolare, Porsche ha fatto sapere di valutare tagli ai costi e una revisione della gamma di modelli, in seguito a un crollo della domanda in Cina.

Fonte: Il Sole 24 Ore