Volkswagen vende il primo stabilimento, ma è in Cina
Il Gruppo Volkswagen ha deciso di disinvestire dal suo impianto a Urumqi, nella regione cinese dello Xinjiang, area al centro di polemiche internazionali legate alla repressione della popolazione turcofona e musulmana locale (gli uiguri) e, soprattutto, a presunti abusi dei diritti umani (lavoro forzato). L’azienda, in collaborazione con il quarantennale partner cinese Saic, venderà lo stabilimento a Shanghai Motor Vehicle Inspection Certification (Smvic),sussidiaria della Shanghai Lingang Development Group, di proprietà statale.
La prospettiva di cessione di altre fabbriche, in Germania
La vendita, il cui valore non è ancora stato reso pubblico, rappresenta una svolta per la casa di Wolfsburg, che da anni subisce pressioni da parte di investitori e gruppi per i diritti umani per abbandonare la regione. Lo Xinjiang è stato al centro di accuse di violazioni dei diritti umani, inclusa il presunto impiego di lavoro forzato in campi di detenzione, accuse che Pechino (e anche Volkswagen, per la sua parte) ha sempre negato. Il primo sito produttivo ceduto da Vw mentre sono in corso difficili trattative sindacali per un piano di taglio dei costi imponente è in Cina, quindi, non in Germania. Ma le prossime settimane sapranno dirci di più. A quali fabbriche tedesche toccherà un destino analogo?
Volkswagen, attraverso la joint venture con Saic Motor, produceva diversi modelli a Urumqi per il mercato locale, tra i quali la Passat. La produzione aveva subito già significative riduzioni e attualmente non era attiva. Le operazioni si limitavano alla preparazione di circa 10mila veicoli all’anno.
Le sfide in Cina per Volkswagen
Questa mossa arriva in un momento critico. Il primo produttore automobilistico europeo sta affrontando una serie di sfide in Cina, tra cui la perdita di quote di mercato e una competizione sempre più serrata, in particolare con i produttori locali come BYD. Proprio il produttore di auto elettriche con base a Shenzhen ha ormai superato Volkswagen come marchio più venduto in Cina, sottolineando le difficoltà del gigante europeo a mantenere una leadership pluridecennale basata sulle motorizzazioni tradizionali, che da luglio in Cina rappresentano meno della metà delle nuove immatricolazioni,
Per rilanciare il proprio marchio in Cina, Volkswagen sta collaborando con partner locali come Xpeng, puntando a sviluppare oltre 30 nuovi modelli elettrici o ibridi entro il 2030. Inoltre, la partnership con Saic sarà estesa fino al 2040, con l’obiettivo di lanciare 18 nuovi modelli entro la fine del decennio, inclusi due veicoli a gamma estesa previsti per il 2026.
Fonte: Il Sole 24 Ore