VW, la bufera su Diess accelera i tempi per una nuova fabbrica a Wolfsburg

L’ossessiva rincorsa a Tesla detta i piani di Volkswagen. La casa tedesca prevede di costruire una nuova fabbrica appositamente per quelle che saranno le sue automobili più avanzate da un punto di vista tecnologico vicino alla sede principale, lo storico stabilimento di Wolfsburg.

È la risposta all’imminente apertura della gigafactory europea del costruttore di auto elettriche californiano, che in Borsa vale 10 volte Volkswagen nonostante produrrà, nel 2021, meno di un milione di automobili contro i 10 milioni del secondo produttore mondiale. La fabbrica Tesla a meno di un’ora a est di Berlino è stata avversata in ogni modo da comunità locali e ambientalisti, così da dover rinviare l’apertura da luglio all’inizio del 2022 (ma occorrerà attendere l’esito di un referendum sul tema, dunque il discorso non è chiuso). Eppure fa molta paura al gruppo guidato dal ceo Herbert Diess, perché in grado di produrre una vettura in 10 ore contro le 30 ore necessarie nelle fabbrica di Zwickau.

L’approvazione del consiglio di sorveglianza di Volkswagen è attesa nelle prossime settimane. L’impianto farebbe parte del progetto Trinity, in base al quale la casa automobilistica vuole costruire una berlina elettrica di punta, inizialmente con livello di autonomia 2+ per arrivare a 4, dal 2026 su una nuova piattaforma che sostituirebbe tutte le altre oggi in uso. Dalla SSC, acronimo di Scalable Systems Platform, nascerebbero le nuove elettriche del gruppo Volkswagen, comprese le Seat e le Skoda, fino al 2035. Ma non le Porsche e nemmeno le top di gamma Audi.

Volkswagen, che non ha fornito una stima dei costi per la fabbrica, ha affermato di puntare a un tempo di produzione di 10 ore per veicolo per il modello Trinity, proprio come Tesla a Gruenheide. La costruzione di un impianto completamente nuovo è un’alternativa all’adattamento dell’impianto esistente di Wolfsburg, che limiterebbe le possibilità di modifiche più radicali al processo di produzione. «Ecco perché stiamo pianificando una costruzione greenfield: efficiente e senza limitazioni da parte delle strutture esistenti», ha dichiarato in una nota il ceo del marchio Volkswagen Ralf Brandstätter, alla guida da giugno 2020.

Brandstätter è uno dei possibili sostituti del ceo di gruppo Diess (tra gli altri circolano i nomi del ceo di Porsche, Oliver Blume, del ceo di Audi MarKus Duesmann, e del responsabile dell’innovazione tecnologica Thomas Schmall), che è finito nell’occhio del ciclone da quando secondo indiscrezioni avrebbe rivelato ai vertici della casa tedesca la necessità di tagliare radicalmente il costo del lavoro avviando 30mila licenziamenti. Oggi Diess ha nuovamente smentito di avere sostenuto una simile tesi, tuttavia il suo destino è nelle mani di un comitato di mediazione dopo le dure accuse del sindacato, ribadite cinque giorni fa dalla leader del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, durante un aspro confronto davanti ai lavoratori.

Fonte: Il Sole 24 Ore