Walgreens Boots Alliance rilevata da Sycamore Partners per 23,7 miliardi

Walgreens Boots Alliance rilevata da Sycamore Partners per 23,7 miliardi

Le strategie future

Il gruppo, come riporta la nota, manterrà la sede a Chicago e continuerà ad operare con i marchi Walgreens, Boots e gli altri marchi consumer. «Siamo focalizzati sulla volontà di rendere l’erogazione di cure sanitarie più efficace, conveniente e accessibile mentre affrontiamo le sfide di una industria farmaceutica in rapida evoluzione e un mondo retail sempre più complesso e competitivo» ha dichiarato il ceo Tim Wentworth, che aggiunge: «Nonostante i progressi nella nostra ambiziosa strategia di rilancio, unaa creazione di valore significativo richiederà tempo, concentrazione e cambiamenti meglio gestibili in un contesto privato. Sycamore ci fornirà l’esperienza e le competenze di un partner con un solido track record di ristrutturazioni nel settore retail».

Il comunicato del gruppo al momento non fornisce dettagli sul futuro occupazionale dei 311.000 dipendenti della catena di farmacie dopo il passaggio di proprietà a Sycamore Partners.

«Sycamore ha grande rispetto per il talento e la dedizione dei dipendenti di WBA e si impegna a valorizzare i marchi iconici dell’azienda. Questa operazione riflette la nostra fiducia nel modello farmaceutico di WBA e nel suo ruolo essenziale nel migliorare i risultati per pazienti, clienti e comunità» ha affermato Stefan Kaluzny, managing director di Sycamore Partners.

Le difficoltà di Walgreens

L’acquisizione avviene in un contesto delicato per Walgreens, coinvolta in una causa intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che a gennaio ha accusato la catena di aver dispensato per anni milioni di prescrizioni illegali di oppioidi. Secondo l’accusa, a partire dal 2012 Walgreens avrebbe erroneamente rilasciato milioni di prescrizioni per farmaci oppioidi che provocano dipendenza, richiedendo poi rimborsi ai programmi sanitari governativi.

A settembre 2024, Walgreens ha accettato di pagare una sanzione di 106,8 milioni di dollari per aver violato il False Claims Act, avendo fatturato programmi sanitari per prescrizioni mai ritirate dai pazienti.

Fonte: Il Sole 24 Ore