Warhol da record apre le aste a New York

Warhol da record apre le aste a New York

Si è dovuto attendere l’ultimo lotto dei catalogo di 36 lavori della collezione di Thomas e Doris Ammann all’asta serale del 20° e 21° secolo da Christie’s New York la sera del 9 maggio, ovvero nella notte italiana, per assistere alla competizione milionaria per l’opera più attesa: il ritratto su sfondo blu della bionda più famosa di sempre, omaggio di Andy Warhol al mito di Marilyn Monroe del 1964.
I 195 milioni di dollari raggiunti con le commissioni (175 milioni il prezzo di aggiudicazione) rappresentano la maggior parte del ricavo della serata, che ha aperto una settimana di aste e fiere nella Grande mela: i rimanenti 33 lotti venduti hanno portato ‘solo’ 122 milioni di $: tutti soldi destinati alla Fondazione per creare programmi sanitari e educativi che migliorino la vita dei bambini, voluta dai coniugi Ammann, galleristi e collezionisti che hanno fatto la storia dell’arte americana dal dopoguerra.

L’opera esclusiva

Nonostante la relativa serialità dell’opera, poiché ne esistono quattro versioni differenti per colore dello sfondo, tutte in mano a collezionisti miliardari, l’immagine rimane la più ricercata fra quelle del re del Pop americano, e rappresentava una occasione praticamente unica di estrarne in possesso. Il lavoro era stimato ‘attorno ai 200 milioni di dollari’, una stima piuttosto elevata e non protetta da garanzie, che lo proiettava già oltre il record per Picasso in asta; si tratterebbe però di un valore in linea con quelli raggiunti in transazioni private. Il lavoro era stato acquistato dagli Amman presso la galleria di Gagosian nel lontano 1986, e la battaglia di rilanci ha visto prevalere proprio il gallerista più potente al mondo, probabilmente per conto di qualche danaroso cliente privato o forse ricco museo.

Un prezzo adeguato per uno dei lavori più iconici di sempre, come ripetuto ossessivamente dal marketing della casa d’asta, che ovviamente scomoda la povera Monna Lisa, o il canto del cigno di un mondo destinato a scomparire con le nuove generazioni? Di certo ‘Shot Sage Blue Marylin’, questo il titolo completo del lavoro, una tela quadrata di un metro prodotta con la famosa tecnica di silkscreen perfezionata rispetto alle opere del 1962 dedicate alla star del cinema allora ancora in vita, rappresenta uno spaccato importante del mercato dell’arte degli ultimi 60 anni, passando dalle mani di Leo Castelli a Newhouse, a Gagosian e, infine, la galleria di Thomas Ammann a Zurigo, ed esposto in buona parte dei musei ‘che contano’ nel mondo: Guggenheim, Royal Academy, Beyeler, Reina Sofia, Pompidou, già a partire dagli anni ‘60… oltre a godere di decine di pubblicazioni critiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore