Web tax, il Fisco gioca d’anticipo: acconto a novembre

Web tax, il Fisco gioca d’anticipo: acconto a novembre

Una web tax rimodulata rispetto all’impianto originario del Ddl di Bilancio ma che anticipa parte degli incassi con l’introduzione degli acconti. Sulle plusvalenze delle criptovalute oltre alla doppia mossa dell’addio della soglia minima di 2mila euro per la tassazione delle plusvalenze e al rinvio al 2026 dell’aumento della tassazione ma al 33% e non al 42% come inizialmente ipotizzato, torna la possibilità di rivalutare le criptoattività già prevista dalla manovra 2023 ma questa volta con un’imposta sostitutiva del 18% e non più del 14 per cento.

Resta solo il limite dei ricavi globale

Nel rush finale in commissione Bilancio alla Camera, gli emendamenti dei relatori riscrivono il capitolo sul fisco digitale per andare incontro alle richieste delle forze politiche di maggioranza di rivedere le strette contenute nel testo approdato in Parlamento. Sul fronte della web tax arriva un dietrofront sull’addio al doppio requisito dei ricavi per l’applicazione dell’imposta del 3 per cento. In particolare, resterà in vista solo quello dei 750 milioni di euro a livello globale mentre sarà soppresso quello dei 5,5 milioni di euro a livello nazionale. Questo dovrebbe assicurare almeno nelle intenzioni delle forze di maggioranza l’applicazione solo ai “giganti del web” e non agli operatori più piccoli che sono attivi solo sul mercato nazionale. La mossa dovrà comunque garantire un incremento del gettito ricavato dall’imposta che nel 2023 si è attestato a 391 milioni di euro. Nella relazione tecnica del testo iniziale con l’addio alla doppia soglia erano attese maggiori entrate per 51,6 milioni di euro all’anno.

L’anticipo del 30%

Ora con la modifica il Fisco si dovrà accontentare di meno, ma a parziale compensazione arriva la possibilità di incassare prima e quindi avere un primo impatto (positivo) già nel 2025. Una strategia che viene perseguita introducendo un acconto a fine novembre. Finora, infatti, il versamento era dovuto in un’unica soluzione entro il 16 maggio per quanto riguarda l’importo dovuto in relazione ai ricavi dell’anno solare precedente. Dal 2025, secondo la modifica proposta dai relatori, arriva anche un acconto del 30% che anticipa l’importo dovuto, mentre per il saldo viene comunque confermata la scadenza del 16 maggio. Di fatto quindi l’Erario avrà un beneficio in termini di cassa anticipato.

Cambia il prelievo sulle criptoattività

Sul fronte, invece, delle criptoattività viene accontentata la Lega che chiedeva di rivedere l’aumento della tassazione delle plusvalenze al 42% dal 2025. Il punto di caduta (si veda quanto anticipato da «Il Sole 24 Ore» del 10 dicembre) è rappresentato da un rinvio dell’aumento della tassazione che scatterà solo dal 2026 e con un’aliquota più bassa del 33% rispetto al 42% contenuta nel testo iniziale. A parziale compensazione, però, arriva però l’addio alla soglia di esenzione attualmente fissata a 2mila euro. Un addio che scatterà già a partire dal prossimo 1° gennaio. Con un chiarimento destinato a fugare i dubbi sorti per il mancato coordinamento delle norme precedenti viene comunque precisato che l’imposta sostitutiva applicabile è quella del 26 per cento.

La rivalutazione al 18%

A questo però si aggiunge un’ulteriore possibilità: la riproposizione della rivalutazione. In pratica per la determinazione delle plusvalenze e delle minusvalenze per ciascuna criptoattività posseduta alla data del 1° gennaio 2025 può essere utilizzato, invece del costo o del valore di acquisto, il valore a tale data assoggettato a un’imposta sostitutiva del 18 per cento. Sostitutiva, la cui unica o prima rata delle tre, dovrà essere versata entro il 30 novembre 2025. Come già previsto per il 2023 il valore rideterminato come costo d’acquisto non consente il realizzo di minusvalenze.

Fonte: Il Sole 24 Ore