WeWork può uscire dalla bancarotta, tagliati 4 miliardi di debiti

WeWork può uscire dalla bancarotta, tagliati 4 miliardi di debiti

WeWork è ufficiakmente fuori dal Chapter 11. Ieri il tribunale fallimentare del New Jersey, negli Stati Uniti, ha definitivamente approvato il piano fallimentare di WeWork, consentendo al colosso del co-working, che a novembre aveva avviato la procedura di insolvenza, di eliminare quattro miliardi di dollari di debito e consegnare il capitale della società a un gruppo di finanziatori e alla società di tecnologia immobiliare Yardi Systems. In questi mesi, dichiarando fallimento e nel solco della procedura di rientro avviata, la società ha negoziato una significativa riduzione dei futuri costi di affitto da parte dei suoi proprietari, raggiungendo infine accordi per risparmiare otto miliardi di dollari sui futuri costi di affitto. WeWork ha annullato i contratti di locazione in circa 160 delle sue 450 sedi durante il fallimento.
A Milano – come ha spiegato alcuni giorni fa a Il Sole 24Ore Rebecca Nachanakian, general manager del Gruppo Sud Europa, Benelix e Paesi nordici – non ci sono stati margini per rinegoziare i canoni delle cinque sedi milanesi, ma se ne è chiusa una, quella di via Turati.
Alcune settimane fa, WeWork aveva rifiutato una proposta di buyout alternativa offerta dal suo co-fondatore ed ex amministratore delegato Adam Neumann. La società aveva affermato che Neumann non aveva offerto un prezzo sufficientemente alto per sbaragliare la concorrenza dei finanziatori di WeWork, che hanno preferito assumere una quota azionaria come parte dell’accordo fallimentare.

In base all’accordo di ristrutturazione, i creditori senior assumono il controllo della società di co-working riorganizzata in cambio di 450 milioni di dollari (una volta era valutata 47 miliardi di dollari, ma le banche d’affari ne hanno fissatol’attuale valore a circa 750 dollari milioni di dollari). Yardi Systems, fornitore di tecnologia per l’immobiliare – venditore e creditore di WeWork – ha accettato di versare 337 milioni di dollari, pari al 60% della società riorganizzata. Un gruppo separato di hedge fund versa i restanti 113 milioni di dollari, in cambio del 20% della nuova società. Le entità che detengono 4 miliardi di dollari del debito pre-fallimento del gruppo di co-working – tra cui SoftBank, il maggiore sostenitore di WeWork – riceveranno, quindi, il restante 20% della società. Il nuovo WeWork riparte, dunque, senza debiti.

Fonte: Il Sole 24 Ore