Wimbledon, il torneo dei record ha superato i 450 milioni di ricavi

Sui prati dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club si scrive ogni anno una pagina di storia, perché il torneo di Wimbledon è l’emblema dello sport con la racchetta e i campi londinesi sono il tempio della disciplina. Oggi si gioca la finale del torneo maschile tra Carlos Alcaraz (vincitore nel 2023) e Novak Djokovic , per alimentare la leggenda di un evento che giunto alla 137esima edizione – la prima nel 1877 – ha frantumato il muro dei 350 milioni di sterline di giro d’affari. Nel 2023 il fatturato complessivo è stato di 382 milioni di pounds, pari a 450 milioni di euro. Un numero crescente stagione dopo stagione (dieci anni fa era inferiore ai 150 milioni di sterline), grazie ai diritti televisivi. Sono soprattutto le pay tv che hanno fatto impennare l’asticella, poiché gli inglesi privilegiano accordi con network a pagamento capaci di ammortizzare nel tempo il notevole investimento. Per realizzare gli ambiziosi obiettivi di marketing ci si affida da mezzo secolo alla medesima agenzia di intermediazione, Img.

Relazioni d’affari decennali

Dal punto di vista degli sponsor la chiave di lettura potrebbe essere “pochi, stabili e qualificati”, poiché nel portafoglio ci sono meno partner rispetto ad altre prove dello Slam, così da concedere loro maggiori spazi, ma le relazioni durano da decenni. L’altra caratteristica è che ciascun partner fornisce un prodotto, essenziale per lo svolgimento dei Championships, e che soddisfa l’obiettivo del Club di migliorare la qualità del servizio per giocatori, spettatori, media e personale coinvolto nella gestione.

Tra le 17 aziende che legano il nome a Wimbledon 2024, otto sono le storiche: Rolex (cronometrista dal 1978), Slazenger (fornitore dal 1902 delle palline, che quest’anno saranno 54.250), IBM (provider dei servizi informativi dal 1990), Lanson (Official Champagne dal 2001), Ralph Lauren (Official Outfitter di arbitri, giudici di sedia e raccattapalle dal 2006), Evian (acqua del torneo dal 2008), Lavazza (caffè dal 2011), Range Rover (veicoli dal 2015). Nel 2017 si è aggiunto Pimm’s, nel 2019 American Express per i pagamenti e Keith Prowse per l’hospitality, nel 2021 Sipsmith, nel 2022 Vodafone e Babolat, l’anno passato Barclays e Stella Artois e da quest’edizione Emirates.

Per i biglietti sorteggio pubblico o coda

Il capitolo biglietteria è una storia d’amore senza fine, poiché i tagliandi vengono venduti attraverso due canali principali: il sorteggio pubblico e la coda sotto il sole. Il sorteggio avviene in novembre e interessa coloro che si sono iscritti. I biglietti sono giornalieri e il prezzo varia a seconda del campo: sul centrale si va dalle 90 sterline del lunedì inaugurale alle 275 per la finale. Il bello è che giorno e campo sono decisi a caso dal computer. Durante il torneo un numero limitati di biglietti – 500 per il campo centrale fino ai quarti di finale – sono venduti quotidianamente al botteghino, per arrivare al quale occorre mettersi in coda, già dalla sera prima con tanto di tenda. Per attirare i giovani, anche da remoto, grande spazio ai contenuti video sui social e a giochi interattivi online, mentre per gli appassionati sul posto è ampia l’offerta di gadget, acquistabili pure online. Grazie alle visite guidate poi il fatturato viene alimentato tutto l’anno, con buona pace dei residenti.

Montepremi da record e pari opportunità

Sul fronte dei costi la voce grossa è il montepremi, quest’anno pari a 50 milioni di sterline, ossia circa 59 milioni di euro. Si tratta di una cifra record e raggiunta a suon di pari opportunità. Il premio top sarà infatti identico per entrambi i singolari: 2,7 milioni di sterline. Era di 2,4 milioni nel 2023 e di 1,3 un decennio fa, quando il montepremi si aggirava sui 25 milioni di sterline. Mezzo secolo fa invece furono distribuite meno di centomila sterline. Una crescita vortiginosa, di cui beneficano tutti, non solo i più forti: la sola partecipazione al primo turno assicura 60mila sterline. Erba verde, divise bianche e conto economico in nero, poiché i ricavi eccedono i costi. Nel 2023 l’utile è stato di 54 milioni di sterline, il 90% destinato alla Federtennis britannica e il 10% rimasto nelle casse del Club.

Fonte: Il Sole 24 Ore