X è una «piattaforma tossica»: ecco perchè utenti e giornali fuggono dal social di Musk
X è una «una piattaforma mediatica tossica» e il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per condizionare il dibattito politico» per le elezioni americane. Con queste motivazioni il quotidiano britannico Guardian, che conta più di 80 profili su X con circa 27 milioni di follower, ha annunciato la sua decisione di lasciare il social di Musk. Ora anche in Italia, soprattutto dopo le parole di Musk sui giudici del Tribunale di Roma che hanno sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati in Albania e provocato la reazione del presidente Sergio Mattarella, sono diversi i personaggi dello spettacolo e i politici che hanno deciso di dire basta. Con il ruolo assunto dal Ceo di SpaceX e Tesla al fianco di Donald Trump, che lo ha appena nominato alla guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, la protesta di media (tra questi anche molti giornali francesi), istituzioni, ma anche di tanti utenti è tornata a farsi sentire. E molti si sarebbero riversati su Bluesky, il social testuale simile fondato nel 2024 dall’ex ceo di Twitter, Jack Dorsey.
Intanto, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, Elon Musk ha nominato Mahmoud Reza Banki chief financial officer di X. In precedenza Banki è stato il direttore finanziario della piattaforma streaming Tubi.
Media e star in fuga
La fuga era cominciata già due anni fa, quando Twitter passò nelle mani di Elon Musk per 44 miliardi di dollari, cambiando la sua policy e poi lo scorso anno anche il nome in X. La scelta del Guardian di uscire dalla piattaforma per protesta contro il diffondersi di «contenuti allarmanti» è quella che fa più rumore, ma non è certo la prima realtà editoriale a fare questa scelta sia in Europa che dall’altra parte dell’Oceano. Ultimo in ordine di tempo è il giornale spagnolo La Vanguardia, che abbandona la piattaforma dove ormai «trovano cassa di risonanza teorie del complotto e disinformazione», hanno dichiarato gli editori. Diversi giornali francesi, tra cui Le Figaro, Le Monde, Le Parisien e Les Echos, hanno denunciato X perchè, spiegano, il social di Musk sfrutta i loro contenuti senza alcuna retribuzione, violando così le norme sui “diritti connessi” dell’Unione europea che consentono a giornali, riviste o agenzie di stampa di essere pagate quando i loro contenuti vengono riutilizzati dai giganti digitali.
Anche diverse istituzioni culturali hanno preso questa decisione: il Festival di Berlino che ha annunciato l’addio pochi giorni fa, mentre negli Usa i fan di Taylor Swift, in aperta polemica con Trump durante tutta la campagna elettorale, hanno traslocato in massa sulla piattaforma Bluesky. Come loro, diverse star hanno disattivato il loro account, ultima la premio Oscar Jamie Lee Curtis.
Da X a Bluesky: i dati sugli utenti
Secondo quanto riferisce Forbes, molti utenti in polemica con Musk si sarebbero riversati su Bluesky: secondo Emily Liu, portavoce di Bluesky, dal 4 novembre si sono aggiunti infatti circa 1 milione di utenti da tutto il Nord America e dalla Gran Bretagna. Di contro, le stime della società di ricerca Sensor Tower dicono che X – anche se negli ultimi due anni ha visto diminuire di circa il 27% i suoi utenti attivi giornalieri globali sull’app – è ancora dominante: il tempo medio trascorso sulla piattaforma è aumentato del 32% intorno al giorno delle elezioni americane, a fronte di +18% di Bluesky e un +23% di Threads. Sempre secondo Sensor Tower, la base utenti di X è cresciuta del 17% rispetto allo scorso anno.
Fonte: Il Sole 24 Ore