Zegna, ricavi a 960 milioni (+6,3%) nel 1° semestre 2024. Il titolo a +8,3%

Il Gruppo Zegna «tiene» sotto il peso del rallentamento del mercato del lusso. E il mercato reagisce in modo positivo: il titolo, quotato al Nyse, alla chiusura delle contrattazioni segnava un +8,29% a 11,10 dollari.

La semestrale 2024 fotografa un incremento dei ricavi (non auditati) a 960, 1 milioni di euro, in salita del 6,3% a cambi correnti e dell’8% a cambi costanti sullo stesso periodo dell’anno precedente quando si erano fermati a 903,1 milioni di euro. La crescita organica sui sei mesi, che esclude l’integrazione di Tom Ford Fashion e il buy back dei business coreani di Thom Browne e Zegna, è negativa: -2,7 per cento. Il secondo trimestre ha visto un aumento dei ricavi a 497 milioni, +4,7% sullo stesso periodo 2023, con una sostanziale stabilità (-0,4%) dei ricavi organici.

«Nella prima metà dell’anno il nostro gruppo ha migliorato la performance organica nel secondo semestre. Zegna continua registrare una performance robusta con una crescita organica del 5,9% (a 660,5 milioni di euro, di cui 566 milioni dal marchio, ndr) trainata dalle vendite direct-to-consumer che sono salite a doppia cifra sia nell’area Emea (Europa-Medio Oriente) sia negli Stati Uniti» ha detto Gildo Zegna, presidente del Gruppo. Le vendite dirette hanno toccato, per il gruppo, quota 670 milioni in aumento de 15% sull’H1 2023, con una crescita organica del 2 per cento. Da qui l’incremento dei negozi monomarca in corso: tra il 31 dicembre al 30 giugno sono saliti di 26 unità e sono previste aperture in tutto il mondo, da Wuhan a Riyadh.

A livello di gruppo, l’America è il mercato che ha performato meglio con un aumento dei ricavi del 29.4% a cambi correnti e una crescita organica del 6,7%. A fronte della tenuta dell’area Europa-Medio Oriente (i ricavi sono saliti del 4,3%, mentre c’è stata una flessione del -1,5% sul piano dei ricavi organici), l’Asia Pacifico (dove spicca il Giappone) ha fatto segnare un +33,8% nei ricavi (+5,4% di crescita organica). In calo a doppia cifra, invece, la Greater China (Cina e Hong Kong) con ricavi a-13,2% e una flessione organica dell’11,7 per cento). 

Il marchio Thom Browne ha invece registrato un calo dei ricavi del 20% circa a 166,7 milioni di euro, contro i 208 milioni circa del primo semestre 2023, mentre il calo “organico” arriva a sfiorare il 27%. Con risultati molto negativi nel canale wholesale: «Ci stiamo concentrando su progetti strategici cruciali per sbloccare il potenziale di lungo termine del brand – ha commentato Gildo Zegna – e la sfilata di alta moda a Parigi ha confermato lo straordinario talento di Thom». Infine, Tom Ford Fashion ha aumentato i propri ricavi a 148,5 milioni di euro, con una crescita del 4,7% (comparata con gli ultimi due mesi del Q2 2023) con una «buona performance» nel canale dtc e negli Usa. Proprio nei giorni scorsi è stato annunciato l’addio del direttore creativo Peter Hawkings, per 25 anni braccio destro di Tom Ford, dalla direzione creativa del brand. Ma nonostante questo Gildo Zegna – che ha confermato una nomina nell’immediato futuro – si è detto «ancora più ottimista sull’incredibile potenziale di questo business».

Fonte: Il Sole 24 Ore