
Zelensky: no al patto con Trump sulle terre rare. Berlino risponde a JD Vance
Slitta l’accordo tra Washington e Kiev sulle terre rare. Il presidente Volodymyr Zelensky ha rifiutato di firmare un’intesa, che non «protegge» il suo Paese. «Non ho autorizzato i ministri a firmare, perché l’accordo non è pronto», ha dichiarato a margine della Conferenza di Monaco, spiegando che il patto dovrebbe includere «garanzie di sicurezza» contro la Russia, ma «non vedo ancora questa connessione nel documento».
Il patto
In cambio degli aiuti militari, Donald Trump ha detto di volere per gli Stati Uniti lo sfruttamento di 500 miliardi di dollari in terre rare. Il documento Usa parlerebbe del controllo del 50% dei minerali critici, inclusi anche titanio, uranio e litio. Zelensky, la scorsa settimana, si era detto pronto a offrire una partnership reciprocamente vantaggiosa, ma non a «regalare» le risorse del Paese. Il documento gli è stato presentato mercoledì dal segretario al Tesoro, Scott Bessent, durante la visita a Kiev.
Alla vigilia della Conferenza di Monaco, c’era molta attesa sui negoziati di pace, dopo la telefonata tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Ieri è emerso che nei giorni scorsi l’amministrazione Usa ha inviato un questionario alle capitali europee, chiedendo quale potrebbe essere il loro contributo in termini di garanzie di sicurezza, incluso l’eventuale invio di soldati, come parte di un accordo di pace. L’iniziativa della Casa Bianca ha però tagliato fuori l’Europa in questa fase.
L’inviato Usa, Keith Kellogg, ha detto ieri che è ancora troppo presto per dire quando sarà pronto il piano di Trump e ha ribadito che non si può fare a meno di coinvolgere Putin: «Come ha detto una volta un grande segretario alla Difesa, il generale Mattis: questo figlio di puttana può anche non piacermi, ma devo parlargli». Kellog ha incontrato la ministra degli Esteri Ue, Kaja Kallas. Parigi vuole organizzare già lunedì un vertice d’emergenza con i partner europei.
Scholz contro Vance
Ieri è stata anche la giornata della replica al vicepresidente Usa, JD Vance, che venerdì, dal palco di Monaco, ha attaccato l’Europa e la Germania e si è speso a favore di Alternative für Deutschland. A poco più una settimana dalle elezioni tedesche, Vance ha incontrato la leader di Afd, Alice Weidel. Il vicepresidente, tra le tante cose dette, ha dichiarato che i partiti tedeschi dovrebbero collaborare con l’ultradestra, rinunciando al cordone sanitario che la isola.
Fonte: Il Sole 24 Ore